Grosseto, Mauro Papa risponde a Mori: 'Non condivido la sua opinione, Zanoni traduce Caravaggio'-Corriere di Maremma

Grosseto, Mauro Papa risponde a Mori: "Non condivido la sua opinione, Zanoni traduce Caravaggio"

mauro papa Il direttore delle Clarisse, Mauro Papa

Il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa, risponde alla polemica lanciata dall'ex presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Francesco Mori. Quest'ultimo chiedeva la rimozione dal museo di un'opera, L'Amore vincitore di Giuseppe Zanoni, considerata oscena.

"Rispetto la posizione dell'amico Francesco Mori anche se, da storico dell'arte e direttore di museo, non la condivido - dice Mauro Papa -. Così come non condivido l'opinione, più volte espressa da Francesco pubblicamente, sulla necessità di estromettere tutte le opere di Duchamp (l'autore del celebre Orinatoio) dai musei. Francesco Mori, se ne avesse il potere, libererebbe i musei dalle opere che ritiene immorali, seguendo l'esempio storico di predecessori non proprio illuminati. E in realtà, quando era presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Francesco provò realmente a liberare i corridoi di Clarisse Arte dalle opere di arte contemporanea che vi erano esposte, tra cui un fondoschiena femminile nudo fotografato da un artista universalmente riconosciuto come Luca Maria Patella, ma la Sovrintendenza, fortunatamente, glielo impedì. Perché la soggettività della morale, o meglio del moralismo, viene sempre sconfitta dall'oggettività della legge, quando la legge ? quella civile e laica ? viene ancora rispettata".

"Adesso che non è più presidente, l'amico Francesco denuncia la scabrosa esibizione del membro virile di un giovane nella fotografia, esposta al secondo piano nel vano scale di Clarisse, che imita Amore Vincitore di Caravaggio - continua il direttore delle Clarisse -. Di conseguenza ne chiede la rimozione, perché un'istituzione pubblica non può consentire questa inveterata attività di propaganda culturale che confina il soggetto alla pura genitalità e che è finalizzata alla persuasione e alla modellazione delle coscienze. Se Francesco visitasse un po' di importanti istituzioni pubbliche in giro per il mondo, si accorgerebbe che la genitalità è spesso esposta senza limitazioni o segnalazioni ai minori. Ed è finalizzata alla modellazione delle coscienze solo per educarle alla conoscenza. Ad esempio, una vagina campeggia in primissimo piano nell'Origine del Mondo di Courbet, esposta liberamente in una sala del Museo d'Orsay di Parigi. E un pene realistico e ben visibile è proprio nel dipinto citato da Francesco, cioè nell'Amor Vincitore di Caravaggio, esposto senza schermi e limitazioni alla Gemaldegalerie di Berlino. Forse il problema, in questo caso, è il grado di presunta oscenità che, evidentemente, è considerato inaccettabile in una fotografia ma che, invece, è accettabile in una scultura come quella antica del fauno Barberini, esposta senza schermi e limitazioni nella Gliptoteca di Monaco. Questa fauno lascivo, a gambe divaricate, esibisce sfacciatamente un pene non solo visibile ma anche letteralmente tangibile. Oppure, più semplicemente, è accettabile in un pene tridimensionale ancora più famoso ed esposto ai quattroventi in una piazza sempre affollata da migliaia di persone: il pene del David di Michelangelo".

"L'Amor Vincitore di Zanoni non compare per caso sulle scale di Clarisse, in posizione peraltro defilata, ma fu esposto nella mostra Caravaggio MMX allestita a Porto Ercole nel 2010 per il centenario della morte di Caravaggio e, successivamente, in Palazzo Medici Riccardi a Firenze nel 2014 - spiega Papa -. Ma la cosa più rilevante è che è stato esposto nella mostra Caravaggio MMX che fu allestita dal 3 al 8 gennaio del 2012 proprio nella Chiesa dei Bigi, in Clarisse. E sapete dove era esposta? Sull'altare maggiore della chiesa. In quel caso nessuno disse niente, ed era anche periodo di epifania. Adesso la fotografia dell'Amor Vincitore decora un vano scale delle Clarisse ed è esposta con tutte le altre opere che l'artista Zanoni, dopo la mostra nei Bigi, ci ha lasciato in deposito. Così ha voluto l'artista, che le opere fossero allestite tutte insieme, perché hanno ovviamente valore unitario. E sono esposte in un museo, non in un asilo, una scuola o una chiesa. E, a proposito di chiese, vorrei ricordare che in una chiesa più importante della Chiesa dei Bigi ? col permesso del Papa ? furono esposti nel 1541 centinaia di nudi dipinti. La chiesa era la Cappella Sistina e l'autore dei nudi era Michelangelo. Nel 1559 il nuovo Papa chiese a Michelangelo di coprire i genitali che considerava indecenti. La risposta del pittore fu: Dite al Papa che è un ritocco semplice da fare. Ma che cominci lui a ritoccare il mondo, e i dipinti seguiranno".

"Su questo argomento generale, volendo, potrei continuare con decine di esempi relativi a genitali esposti nelle chiese o in altri luoghi aperti e pubblici, anche situati vicino Grosseto, come i numerosi membri virili dipinti nell'Albero della fecondità a Massa Marittima. Ma preferisco tornare al caso specifico, citando le parole che ha usato Tomaso Montanari per commentare proprio questo ciclo di fotografie: Zanoni non copia il linguaggio di Caravaggio, ma lo traduce. E come tradurre al meglio Caravaggio se non veicolando lo stesso stile trasgressivo che, all'epoca, fece rifiutare dai committenti molte delle sue opere? L'arte, spesso, usa contenuti scomodi perché proprio nel carattere provocatorio trova la sua funzione migliore, quella di fornire nuovi punti di vista, soprattutto quando il contesto sociale ed ideologico si dimostra conservatore e regressivo. Quando la religione, la morale o il potere politico hanno voluto imporre i concetti di decenza e di buon gusto contro il concetto di libertà di espressione, che è il nutrimento di ogni forma di creatività, l'arte ha sempre vinto, per fortuna - conclude Papa -. Come dicevano nel 1897 i secessionisti viennesi: a ogni età la sua arte, a ogni arte la sua libertà".