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Filorosso: ultime novità sul delitto di Garlasco, clima folle e mogli vittime di siti sessisti. Anche Sacchi tra gli ospiti di stasera 1 settembre

Ultima puntata da non perdere con il programma simbolo dell'estate

Giovanni Ramiri

01 Settembre 2025, 08:56

Filorosso: ultime novità sul delitto di Garlasco, clima folle e mogli vittime di siti sessisti. Anche Sacchi tra gli ospiti di stasera 1 settembre

Italia sempre più colpita da eventi meteo estremi: se ne parla stasera a Filorosso

Questa sera, lunedì 1° settembre alle 21:20 su Rai 3, “Filorosso” si congeda dal pubblico con la sua ultima puntata della stagione. È il gran finale di un viaggio che ha attraversato l’intera estate, e già questo basta a collocarlo in un territorio diverso rispetto ad altri programmi: là dove molti hanno scelto la pausa o le repliche, Filorosso ha acceso le luci in prima serata, portando ogni settimana temi scomodi, fatti crudi, conflitti che hanno segnato il Paese e il mondo.

La stagione è iniziata a metà giugno con un compito non semplice: conquistare un pubblico che in estate, storicamente, tende a disaffezionarsi alla tv d’approfondimento. Eppure la formula guidata da Manuela Moreno ha trovato presto un equilibrio riconoscibile: ritmo serrato ma non urlato, pluralità di voci, e quella capacità rara di trattare la cronaca senza ridurla a spettacolo. È stata una scommessa vinta, perché puntata dopo puntata gli ascolti hanno premiato il programma, ma soprattutto perché la trasmissione è riuscita a costruire una comunità di spettatori consapevoli, desiderosi di comprendere e non solo di consumare notizie.

Manuela Moreno

In queste settimane sono passati in studio magistrati, politici, giornalisti, scrittori, esperti di clima, criminologi. Ogni volta il filo rosso era lo stesso: prendere la notizia, scavare oltre, collocarla in un quadro più ampio. E i temi toccati hanno segnato l’agenda: la violenza giovanile, che ha acceso un dibattito sulle radici profonde del disagio sociale; lo sgombero del Leoncavallo a Milano, simbolo di una frattura mai sanata tra istituzioni e spazi autogestiti; il possesso di armi e i rischi di una deriva culturale che non appartiene alla tradizione italiana; i disastri climatici che hanno devastato territori e comunità, con scienziati come Luca Mercalli e Mario Tozzi a raccontare la fragilità del nostro presente.

Ma a definire il volto di questa stagione c’è stato soprattutto il caso Garlasco. Riaperto, riesaminato, discusso, ha scandito diverse puntate, diventando quasi un filo narrativo parallelo. La scelta di tornare più volte su questa vicenda non è stata un vezzo di cronaca nera, ma la volontà di mostrare come una storia giudiziaria incompiuta diventi anche una storia collettiva, un nodo che riguarda la fiducia nelle istituzioni, la sete di verità, la ferita che rimane nelle comunità. In questo senso, Filorosso ha offerto non solo ricostruzioni e testimonianze, ma anche spazi di memoria e di riflessione che raramente trovano posto altrove.

Sopra la puntata di lunedì 25 settembre

E stasera, nell’ultima puntata, il programma non si concede tregua. In studio arrivano Marco Travaglio e Ferruccio De Bortoli, simboli di due scuole di giornalismo opposte eppure necessarie a un confronto vero. Con loro, Vanni Bianconi porta lo sguardo della cultura e della parola. Il tema della povertà nello spazio diventa il terreno per discutere di disuguaglianze e futuro, con ospiti come Luigi De Magistris, Francesca Pascale, Riccardo Iacona e Stefano Zurlo.

Non manca l’ambiente, con Mario Tozzi a spiegare i segni del cambiamento climatico e Arrigo Sacchi che, con un racconto personale, testimonia come i disastri colpiscano in profondità la vita quotidiana, non solo i titoli dei giornali. Si affronta poi la chiusura di un sito sessista, segno dei veleni che ancora circolano nel web, con la criminologa Flaminia Bolzan e l’avvocatessa Cathy La Torre. E ancora una volta, come in un rito civile, torna il caso Garlasco, con avvocati e giornalisti a discutere le ultime novità e a chiudere simbolicamente un percorso che ha accompagnato l’intera stagione.

Arrigo Sacchi

La puntata affronta poi il tema della violenza di genere e della cultura sessista, con la chiusura di un sito che ha alimentato misoginia e stereotipi degradanti. Non è un dettaglio di cronaca minore: è il segnale di una guerra culturale che si combatte anche sul web, in spazi che spesso sembrano liberi ma che in realtà riproducono modelli di oppressione. La criminologa Flaminia Bolzan analizza le radici di questi comportamenti, mostrando come la violenza simbolica sia terreno fertile per quella reale. L’avvocatessa Cathy La Torre, da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne e delle minoranze, porta in studio il peso delle battaglie legali e culturali. Insieme, costruiscono un discorso che va oltre il singolo caso: smascherano il meccanismo con cui il linguaggio normalizza la discriminazione, mostrando quanto sia necessario reagire non solo in tribunale, ma nella quotidianità di ognuno. È un segmento che promette di lasciare il segno, perché tocca corde profonde, laddove il problema non è confinato ai margini, ma attraversa la società.

E, come in un cerchio che si chiude, torna il caso Garlasco. Ancora una volta gli studi si riempiono di avvocati, criminologi e giornalisti: Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, e Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, si confrontano sulle ombre mai dissolte. Insieme a loro, Flaminia Bolzan, Rita Cavallaro, Ilenia Petracalvina e Stefano Zurlo. È la scelta di non lasciare le ferite sospese, ma di riportarle al centro, ricordando quanto la ricerca di verità sia un esercizio collettivo e non solo un atto processuale.

Antonio De Rensis

Il bilancio? Filorosso ha dimostrato che anche d’estate si può fare televisione di servizio, densa, capace di tenere accesa la riflessione. Non è stato un programma leggero, non ha cercato scorciatoie: ha messo sul tavolo i nodi più dolorosi e ha chiesto al pubblico di non distogliere lo sguardo. Proprio per questo, questa ultima serata non è un commiato festoso, ma l’ennesimo invito a restare vigili. La stagione si chiude com’è iniziata: con rigore, coraggio e la voglia di non mollare il filo delle storie che contano.



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