Martedì 07 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

L'omicidio

Delitto di Garlasco, Chiara Poggi aggredita da più persone? Il luminare alimenta il dubbio: "Escluderlo è un bel salto nel buio"

L'analisi del professor Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale all’Università La Sapienza di Roma

Giovanni Ramiri

20 Agosto 2025, 06:00

Delitto di Garlasco, Chiara Poggi aggredita da più persone? Il luminare alimenta il dubbio: "Escluderlo è un bel salto nel buio"

Vittorio Fineschi

 “Lei esclude che possano esserci state più mani dietro questi oggetti?” È la domanda che il giornalista Daniele Bonistalli ha posto al professor Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale all’Università La Sapienza di Roma in merito alle lesioni sul corpo di Chiara Poggi, nell’ultima puntata di Filorosso su Rai 3. “Non lo escludo – risponde il professore – Escluderlo è un bel salto nel buio, se qualcuno si sente di escluderlo. Ci sono molte lesioni, diverse tra di loro e la tipologia fratturativa fa capire che lì ci sia stata un’azione ma su altre lesività vi può essere stata un’altra azione o un’altra modalità di azione”.

Fineschi, considerato un luminare della medicina legale italiana, sollecitato dal cronista, dà un suo parere: “Sì, potrebbe essere stata un’azione combinata di più persone”. Parole commentate in studio da Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi: “L’argomentare di questo scienziato che onora la medicina italiana al di fuori dei nostri confini deve servire a tutti coloro tacciano le consulenze degli altri come banalità cosa senza senso o alchimie – afferma il legale – Il professor Fineschi dice una cosa molto grave: alcune argomentazioni che hanno portato Alberto Stasi sono banalità o salti nel vuoto”. Di parere opposto l’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio: “Io sono convinto che non ci sia questo concorso. C’è una sola impronta di scarpa”.

Quale potrebbe essere l’arma del delitto? Viene anche chiesto al professor Fineschi. “Un oggetto dotato di una certa lunghezza e anche di spigoli – risponde il luminare – non un tubo metallico, non una sbarra, ma un oggetto che ha delle asperità, come una chiave inglese. Alcune lesività fanno pensare che il corpo, la testa, soprattutto, è stata urtata più volte contro un oggetto anche fisso. Potrebbe essere un impianto di una porta, o un gradino di una scala”.

Poi c’è la piccola lesione vicino all’orecchio. “Una lesione rotondeggiante che mostra margini interiorizzati – analizza il professore – potrebbe essere un punteruolo, una punta di un oggetto allungato come gli strumenti che si usano nei camini. Il famoso attizzatoio? Teoricamente è possibile”. E la lesione figurata sulla coscia è provocata da un calpestamento? “Non la definirei figurata – risponde Fineschi – A mio parere è una lesione da trascinamento”.

Per la criminologa Flaminia Bolzan, invece, “Le lesività sono di natura diversa”. “Le macchie da proiezione – spiega – aiuteranno a capire la natura di questo corpo contundente, perché a seconda della lunghezza le macchie si proiettano in una certa maniera. Poi ci sono altre lesività da taglio, come quelle sulle palpebre. Non mi convince il tema delle sevizie e quel foro poco rientra con tutto il resto. Ma ovviamente la pluralità di lesioni ci fa propendere per la presenza di più persone”.

Un momento dell'intervista

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie