Grosseto, falso Made in Italy. Maule (Lega): 'Serve una chiara normativa nazionale e europea'-Corriere di Maremma

Grosseto, falso Made in Italy. Maule (Lega): "Serve una chiara normativa nazionale e europea"

andrea maule Andrea Maule

Servono norme più chiare. Andrea Maule, referente della Lega per l'agricoltura, esprime alcune considerazioni sulle recenti iniziative di Coldiretti: "Il presidio organizzato al Brennero, grazie al lavoro delle nostre Forze dell'Ordine, ha ulteriormente dimostrato l'enorme quantità di prodotti agricoli che attraversano le nostre frontiere. Il che ? fa rilevare Maule ? non rappresenta di per sé un problema. Ma noi sappiamo che, grazie a una normativa penalizzante, la maggior parte di questi prodotti potrebbe diventare Made in Italy. E questo sì che è un problema! Il consumatore sa che il buon prosciutto toscano che compra potrebbe essere fatto con la coscia di un maiale allevato in Olanda e salato e stagionato da noi? O il formaggio pecorino da 25 euro al chilogrammo potrebbe essere stato prodotto con latte proveniente dall'estero e pagato meno di 50 centesimi al litro?".

"Badiamo bene" ? prosegue Maule ? "non si tratta di pratiche illegittime. È tutto legale. Il problema è capire quanto sia consapevole il consumatore, quando acquista, della reale provenienza dei cibi che compra e delle relative materie prime."
L'analisi di Maule, che di mestiere fa l'agrotecnico e segue molti produttori locali, si focalizza quindi sulle filiere: "Noi politici ed amministratori dobbiamo impegnarci, assieme alle associazioni di categoria e ancor più assieme agli agricoltori, per dare al consumatore la piena consapevolezza di ciò che sta acquistando. Chi compra deve sapere dove viene prodotto il cibo e dove sono stati prodotti gli ingredienti che lo compongono."

"Poi ciascuno farà le sue scelte in base alle proprie convinzioni. Per questo dobbiamo lavorare per una normativa nazionale ed europea che non consenta equivoci. Ma dobbiamo anche e soprattutto lavorare per incentivare i nostri produttori a lavorare sulle filiere territoriali, a utilizzare materie prime locali e a rendere adeguata informazione ai consumatori. Altrimenti ? conclude Maule ? avremo un aumento continuo di importazioni dall'estero, specie da paesi che offrono minori garanzie di tutela e controllo, tutto a discapito della qualità e dell'economia del territorio. E nei nostri campi coltiveremo impianti fotovoltaici installati da multinazionali che speculano sulla crisi della nostra agricoltura."