In tv
Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero
Quarto Grado” tornerà venerdì 12 settembre 2025 su Rete 4, confermando la sua collocazione tradizionale del venerdì sera e riaffermando un ruolo ormai imprescindibile nel panorama televisivo italiano. La conduzione di Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero è stata nuovamente confermata: un binomio che negli anni ha saputo costruire un’intesa riconoscibile, dove l’uno guida il dibattito con piglio giornalistico e l’altra scandisce i tempi della narrazione con precisione e rigore. La nuova stagione si annuncia nel segno della continuità, ma anche con la volontà di affinare ulteriormente strumenti e linguaggi per rispondere a un pubblico sempre più esigente.
Gianluigi Nuzzi
Per comprendere appieno la forza di questo ritorno, è utile ricordare la storia di “Quarto Grado”, iniziata nel marzo 2010 con la conduzione di Salvo Sottile. Fin dalle origini il programma ha scelto di occupare uno spazio ben preciso: quello dell’analisi profonda della cronaca nera, con un approccio narrativo che mescola l’immediatezza del talk show con la precisione dell’inchiesta giornalistica. Sottile, nei primi anni, diede al format un’impronta di forte impatto mediatico, legata anche a casi che in quel periodo monopolizzavano il dibattito pubblico, come il delitto di Avetrana o l’omicidio di Yara Gambirasio. Nel 2013 il testimone passò a Gianluigi Nuzzi, giornalista noto per le sue inchieste sugli affari del Vaticano e autore di libri che avevano già fatto discutere l’opinione pubblica. Con Nuzzi al timone, affiancato da Alessandra Viero dal 2014, il programma trovò una sua cifra definitiva: meno sensazionalismo, più attenzione ai documenti, agli atti giudiziari e alla ricostruzione dei passaggi investigativi.
La coppia Nuzzi-Viero è diventata negli anni una garanzia di continuità. Il loro equilibrio è uno dei punti di forza: Nuzzi spesso introduce le questioni più spinose e coordina il confronto con gli ospiti in studio, mentre Viero accompagna lo spettatore con la cronaca puntuale e con la presentazione delle novità emerse nelle ultime ore. Questo stile ha reso “Quarto Grado” un programma non solo di informazione, ma anche di servizio, perché fornisce chiavi di lettura che aiutano a orientarsi in vicende complesse, spesso raccontate altrove in modo frammentario.
Alessandra Viero
La scorsa stagione, la sedicesima, ha dimostrato ancora una volta la solidità del format. Iniziata a settembre 2024, si è protratta fino a fine luglio 2025, offrendo quasi undici mesi ininterrotti di approfondimenti. Anche nelle settimane più difficili dal punto di vista degli ascolti televisivi, come quelle estive, il programma ha mantenuto un seguito fedele, con oltre un milione di spettatori e uno share in doppia cifra. Le ultime puntate si sono concentrate soprattutto su due vicende destinate a rimanere a lungo nell’attenzione pubblica: il delitto di Garlasco, con gli sviluppi giudiziari legati al caso Poggi, e la misteriosa morte di Liliana Resinovich, su cui perizie e consulenze hanno alimentato un dibattito senza fine. Proprio questi due casi, ancora aperti a nuove interpretazioni e analisi, sono destinati a rappresentare il filo rosso delle prime puntate della stagione in arrivo.
Chiara Poggi
Il ritorno del 12 settembre avrà quindi il sapore di una ripartenza naturale, quasi una continuità senza soluzione di continuità con il lavoro lasciato in sospeso a luglio. “Quarto Grado” ha sempre avuto questa caratteristica: non chiude mai veramente i propri racconti, ma li sospende in attesa di nuovi elementi, per poi riaprirli davanti alle telecamere. È questa la ragione per cui lo spettatore si sente accompagnato lungo un percorso che spesso dura anni, seguendo il lento procedere della giustizia italiana.
Dal punto di vista linguistico e visivo, il programma continuerà a proporre ricostruzioni sceniche, grafici, mappe e simulazioni, strumenti che negli ultimi anni si sono rivelati fondamentali per chiarire passaggi complessi e dare forma a ricostruzioni alternative. Non mancheranno le consulenze degli esperti di medicina legale e dei criminologi, che aiutano a tradurre in linguaggio accessibile materiali spesso destinati a rimanere confinati nelle aule di tribunale. In questo modo la cronaca nera diventa oggetto di una sorta di divulgazione giudiziaria, capace di unire rigore e comprensibilità.
Guardando all’evoluzione complessiva del format, si può dire che “Quarto Grado” ha avuto la capacità di diventare un punto di riferimento stabile, nonostante il panorama televisivo sia profondamente cambiato. Laddove altri programmi di cronaca sono nati e spariti nel giro di poche stagioni, la trasmissione di Rete 4 ha saputo consolidare il proprio pubblico e creare un marchio riconoscibile. La sua forza è stata proprio quella di non cedere mai alla tentazione della spettacolarizzazione fine a se stessa, mantenendo invece una linea coerente che mette al centro le carte, gli atti, le prove.
Con il ritorno di settembre, quindi, non si apre soltanto una nuova stagione televisiva, ma anche un nuovo capitolo di un racconto collettivo che ormai accompagna da quindici anni la società italiana. Ogni venerdì sera milioni di spettatori sanno che troveranno uno spazio dove la cronaca non è solo cronaca, ma anche occasione di riflessione su temi come la giustizia, la verità e il diritto all’informazione. È questa la vera promessa di “Quarto Grado”: seguire i casi fino in fondo, senza mai abbandonarli, e restituire al pubblico la sensazione che dietro ogni vicenda ci sia non solo un enigma da risolvere, ma anche una parte di realtà che riguarda tutti noi.
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