Il conflitto
Una bandiera russa issata tra le macerie a Chasiv Yar
"La notizia è gravissima. I russi hanno conquistato Chasiv Yar. I russi sono entrati a Pokrovsk. I russi bombardano Kiev rovinosamente". Ad annunciarlo, con un post sul suo profilo Facebook, il professor Alessandro Orsini.
"La situazione per l'Ucraina è disastrosa - dice Orsini - Io l'avevo detto che sarebbe finita male male, ma non sono stato creduto. Scoppiata la guerra, i miei detrattori dicevano: "Orsini, la tua è soltanto propaganda putiniana, La Russia finirà soldi, missili e soldati, in poche settimane". Rispondevo: "Se la Nato costringerà la Russia a investire nella guerra, Putin distruggerà l'Ucraina, cui strapperà le regioni più ricche e strategiche". Così è stato".
"Ed è partita - attacca Orsini - una violenta campagna di diffamazione contro il sottoscritto per eliminare la mia voce dal dibattito pubblico e affidare il monopolio dell'informazione ai propagandisti della Nato per manipolare l'opinione pubblica. Ricordate le analisi "scientifiche" di geopolitica all'italiana? "L'Ucraina sconfiggerà la Russia". In uno Stato satellite, l'informazione è manipolazione e la manipolazione è informazione".
Devastazioni a Chasiv Yar
Chasiv Yar è sempre stata considerata dal professor Orsini una roccaforte chiave per l'Ucraina. La sua caduta dimostra che l'offensiva di Putin, seppur in maniera lenta (l'assedio a Chasiv Yar è stato lunghissimo e sanguinoso, è durato 16 mesi), continua. L'Ucraina ha però smentito la conquista di Chasiv Yar, ma i principali media internazionali specializzati sembrano concordi che questa capitolazione sia effettivamente avvenuta. Lo annuncia anche l'agenzia Reuters.
Sembra invece cambiare poco anche a livello internazionale. Donald Trump ha lanciato un ultimatum a Vladimir Putin per porre fine alla guerra in Ucraina. Inizialmente, il termine fissato era di 50 giorni: entro l’inizio di settembre, la Russia avrebbe dovuto accettare una tregua oppure affrontare severe conseguenze economiche, tra cui sanzioni secondarie e tariffe elevate su gas e petrolio venduti a paesi come India e Cina. Pochi giorni dopo, però, Trump ha modificato radicalmente l’approccio. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che il termine non sarebbe più stato di 50 giorni, ma di soli 10 o 12. Secondo le sue parole, Mosca non stava mostrando segnali credibili di voler fermare le ostilità, e quindi l’America non avrebbe più aspettato.
Il 31 luglio, Trump ha nuovamente parlato dell’ultimatum, definendo le azioni russe “disgustose” e affermando che, in assenza di un’intesa di pace entro l’8 agosto, sarebbero scattate misure economiche immediate. Il messaggio è stato chiaro: se non ci saranno progressi tangibili, Washington passerà all’azione. La risposta russa è arrivata senza mezzi termini. L’ex presidente Dmitry Medvedev ha accusato Trump di portare il mondo sull’orlo della guerra, parlando di una mossa “teatrale” e pericolosa.
L'ultimatum di Trump non sembra aver sortito effetti
L’Ucraina, al contrario, ha accolto con favore il nuovo approccio, leggendo nell’accelerazione dell’ultimatum un segnale di urgenza e fermezza da parte americana. Zelensky ha dichiarato che una linea così netta potrebbe contribuire ad aumentare la pressione diplomatica su Mosca. La sensazione, però, è che poco si possa fare per fermare la Russia e le vie diplomatiche, al livello in cui il conflitto è arrivato, sembrano sempre più anguste.
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