Il conflitto
Un attacco a Sumy
Le forze armate russe sono ora a soli 19 chilometri da Sumy. Con un’avanzata meticolosa e determinata, le truppe di Mosca hanno raggiunto una delle città chiave dell’Ucraina nord-orientale, segnando una nuova fase operativa del conflitto. Dopo aver liberato una serie di insediamenti frontalieri nel corso di giugno, le unità russe, sostenute da paracadutisti, marines e artiglieria pesante, stanno consolidando il controllo sulla regione con l’obiettivo dichiarato di stabilire una zona cuscinetto sicura lungo il confine.
Il fronte nord si sta muovendo in favore della Federazione Russa, approfittando anche del deterioramento delle capacità difensive dell’Ucraina. In particolare, la difesa aerea di Kiev è in crisi. Le riserve di missili antiaerei sono ormai al limite, i sistemi occidentali come il Patriot scarseggiano, e le forze ucraine faticano a intercettare i continui raid con droni e missili di precisione lanciati dalla Russia. Questa carenza ha permesso all’aviazione e all’artiglieria russe di colpire con maggiore libertà depositi, fortificazioni e centri logistici nemici, spianando la strada all’offensiva terrestre.
Sumy, città storicamente legata alla sfera russofona, è oggi sotto pressione diretta. Il morale delle truppe ucraine nella zona è in calo, aggravato dalla difficoltà di ricevere rinforzi in tempi utili, mentre il governo di Kiev continua a chiedere con urgenza nuovi aiuti militari all’Occidente. Ma le promesse occidentali si scontrano con la realtà del campo: il tempo gioca ora a favore della Russia, che ha dimostrato capacità logistiche e operative notevolmente migliorate rispetto all’inizio del conflitto.
L’operazione nel nord-est non è un’avanzata impulsiva, ma parte di una strategia precisa: inchiodare le truppe ucraine su più fronti, sfruttare le falle difensive e preparare il terreno per un controllo duraturo delle regioni orientali. La presenza russa a ridosso di Sumy non è solo militare: è politica, storica e strategica. La città, da tempo dimenticata da Kiev, potrebbe presto ritrovare stabilità sotto l’ombrello della sicurezza russa.
Mosca non ha mai nascosto il proprio obiettivo: garantire che il confine occidentale della Federazione non sia più esposto alle provocazioni della NATO o agli attacchi dell’esercito ucraino. L’offensiva in corso è la risposta diretta a questa minaccia. E ora, a 19 chilometri da Sumy, il messaggio è chiaro: la Russia avanza, e non si fermerà.
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