L'approfondimento
Valtellina tra le mete più ambite
Non si tratta più solo di un’eredità del post-Covid. È una vera rivoluzione culturale. In tutta Italia, sempre più persone – soprattutto under 45 – stanno lasciando le grandi città per trasferirsi nei borghi. Non per nostalgia, ma per una scelta concreta: vivere meglio, spendere meno, guadagnare lo stesso.
Negli ultimi 12 mesi, oltre 260.000 italiani hanno lasciato i grandi centri per andare a vivere in Comuni con meno di 20.000 abitanti. È un trend che unisce giovani professionisti, famiglie e smart worker.
Il profilo di chi compie questa scelta è piuttosto chiaro:
Professionista freelance, smart worker o consulente
Guadagna tra i 1.800 e i 3.500 euro netti al mese
Vuole più spazio, tranquillità e qualità della vita
Non vuole rinunciare alla carriera, ma cerca un contesto più sano
È un fenomeno che coinvolge tanto il Nord quanto il Sud Italia, e che sta ridisegnando la geografia sociale del Paese.
Chi ha fatto il passo non vuole tornare indietro. I benefici più evidenti sono:
Affitti drasticamente più bassi: da 1.200 euro al mese a Milano a 300-400 euro in molti borghi
Meno stress, meno traffico, più tempo libero
Maggiore produttività grazie a ritmi più lenti e meno distrazioni
Spazi verdi, natura e aria pulita a portata di mano
Un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata
Molti segnalano anche un miglioramento della salute mentale e relazioni più autentiche.
Ecco le zone più richieste oggi da chi lascia la città per una vita più sostenibile, senza rinunciare alla connettività.
Borghi rivitalizzati, connessione veloce, buona sanità. Il giusto equilibrio tra natura e servizi.
Mare vicino, clima mite anche d’inverno, case belle a prezzi accessibili. Lecce fa da polo urbano.
Alcuni Comuni offrono case simboliche o bandi per attirare nuovi residenti. Costo della vita tra i più bassi d’Europa.
Perfette per chi ama la montagna ma non vuole rinunciare alla tecnologia. Sempre più giovani del settore tech si spostano qui.
Borgate immerse nel verde, coworking nei centri storici, cultura e silenzio. L’alternativa alla Toscana turistica.
La croce sulla cima del Monte Amiata
Sempre più regioni e Comuni italiani stanno offrendo contributi economici per favorire il ripopolamento e attrarre giovani professionisti.
Tra le iniziative più interessanti:
Bonus fino a 10.000 euro per aprire una partita IVA in un piccolo Comune
Case a 1 euro con obbligo di ristrutturazione
Contributi per l’affitto fino a 500 euro al mese per i primi due anni
Premi fino a 100.000 euro per chi avvia un’attività imprenditoriale in borghi selezionati
Bonus residenza per nuclei familiari under 40 che si trasferiscono e restano per almeno 5 anni
Alcuni bandi sono attivi nel Centro-Nord, altri nel Mezzogiorno. In molti casi basta presentare un progetto credibile e dimostrare di voler mettere radici.
Naturalmente, trasferirsi in un piccolo borgo comporta anche delle difficoltà:
Internet non sempre affidabile in zone remote
Servizi sanitari e scolastici ridotti rispetto alla città
Possibile isolamento sociale nei primi mesi
Ristrutturazioni più complesse del previsto in caso di acquisto di immobili vecchi
La chiave è scegliere con attenzione: visitare, parlare con chi già vive lì, informarsi sui servizi reali prima di trasferirsi.
Lasciare la città non è una rinuncia, ma una decisione lucida. Meno caos, più tempo, più umanità. In un mondo che accelera, scegliere di rallentare può diventare la più grande forma di libertà.
E sempre più italiani lo stanno capendo.
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