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ECONOMIA

Dazi, clima, burocrazia: per l'agricoltura maremmana è un anno nero

L'assemblea di Cia Grosseto ha messo in evidenza criticità e prospettive

Roberto Bata

04 Settembre 2025, 14:22

Dazi, clima, burocrazia: per l'agricoltura maremmana è un anno nero

La prima assemblea provinciale di Cia Grosseto – la Confederazione italiana agricoltori – dopo la pausa estiva ha riproposto le sfide e criticità del mondo agricolo. “Il bilancio di metà 2025 – ha dichiarato il presidente di Cia Grosseto, Claudio Capecchi – non lascia spazio a illusioni: è un anno complicato e difficile, segnato dagli annosi problemi dell’agricoltura che si intrecciano con nuove tensioni internazionali e scelte politiche poco lungimiranti”. 



"Il quadro internazionale resta instabile, con guerre che non trovano soluzione e che generano conseguenze pesanti anche sull’economia globale. Il mondo agricolo – osservano – vive delle stagioni e non può permettersi l’incertezza, eppure oggi deve fare i conti con i dazi, con le scelte americane ed europee e con risorse sempre più ridotte, perché parte del Pil verrà destinata agli armamenti marginalizzando il settore primario. La Pac e il Fondo unico lo dimostrano chiaramente”.

Cia Grosseto è la prima rappresentanza agricola della provincia. Non è un’affermazione di parte – spiegano – ma il risultato certificato dai dati ufficiali forniti da Artea, l’ente regionale che gestisce i fascicoli aziendali delle imprese agricole toscane. È un risultato che premia l’impegno di tutti e impone un dato politico: oggi le istituzioni devono necessariamente confrontarsi con noi, perché rappresentiamo il maggior numero di agricoltori locali. Lo stesso primato riguarda il Caf, che si conferma il primo in provincia per numero di 730 erogati nel settore agricolo. È un riconoscimento della fiducia che cittadini e famiglie ripongono nei nostri servizi e nella professionalità del nostro lavoro”, ha sottolineato Capecchi.



Durante l’assemblea sono stati affrontati i problemi che più gravano sul settore. Al centro c’è la mancanza di marginalità. “Un tempo – ricordano – un anno difficile poteva essere compensato con i risparmi degli anni buoni. Oggi quei risparmi non ci sono più, e non ci sono nemmeno le risorse per investire in innovazione e competitività. Questo significa che l’agricoltura vive con il fiato corto e senza prospettive concrete”. 



Tra le criticità è stato evidenziato anche il tema della fauna selvatica. “Il declassamento di alcune specie da parte di Bruxelles e l’immobilismo delle istituzioni italiane rischiano di segnare la fine della zootecnia, con la conseguente chiusura di aziende e l’abbandono del territorio. Quando la cura del territorio viene meno, i danni si moltiplicano: l’incendio di Cana lo dimostra, forse non si sarebbe potuto evitare, ma sicuramente le conseguenze sarebbero state minori”. Mancanza di infrastrutture, gestione inesistente delle risorse idriche, effetti dei cambiamenti climatici con bombe d'acqua, grandinate e siccità prolungate, concorrenza sleale e burocrazia soffocante: sono tutti nodi che, secondo Cia Grosseto, continuano a indebolire il settore agricolo.

Uno sguardo infine alla politica locale. “Le prossime elezioni regionali non possono ignorare il peso dell’agricoltura. Cia Grosseto oggi è l’organizzazione agricola più numerosa della provincia, la politica deve ascoltarci. Non lo chiediamo per noi – concludono – ma per dare voce a chi lavora la terra e tiene vivi i nostri territori”. 

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