ECONOMIA
Andrea Biondi e Massimiliano Mei
C'è allarme anche in Maremma per le aziende che esportano negli Stati Uniti in vista del primo agosto, data in cui dovrebbero entrare in vigore i dazi: il timore è un calo delle esportazioni e dei fatturati, specie se dovessero essere confermati dazi al 30%, anziché il 15% dichiarato recentemente come punto di equilibrio negli accordi commerciali fra Usa e Ue.
Il primo effetto – a livello nazionale – è un calo delle previsioni di crescita del Pil. Sarebbero naturalmente le esportazioni le più danneggiate, segnando un decremento (-0,3%) sul 2024. Effetti ancora più pesanti si registrerebbero nel 2026, soprattutto qualora l'asticella dei dazi venisse confermata sopra al 15%. Le esportazioni di prodotti Made in Italy potrebbero subire una contrazione con un effetto domino sul mercato del lavoro, che vedrebbe la disoccupazione schizzare al 6,9%, e sui consumi interni, con una minore spesa delle famiglie.
Se quello tratteggiato da Confesercenti nazionale è un quadro a tinte fosche, il direttore provinciale dell'associazione Andrea Biondi sottolinea che "in questo momento le aziende che sono solite esportare nel mercato statunitense, con punte del 40% della produzione, sono ferme dal punto di vista commerciale, e tale livello di incertezza denunciato dalla nostra associazione di categoria a livello nazionale è palpabile anche localmente, con conseguenze negative che potrebbero arrivare con effetto domino nel livello occupazionale e quindi nei consumi locali che alimentano parte del commercio e turismo maremmano".
Massimiliano Mei, vicepresidente provinciale di Confesercenti Grosseto, individua comunque uno spiraglio: "C'è preoccupazione anche nei nostri settori per l'effetto dazi, ma per la Maremma, dove non abbiamo grande manifatturiero, l'export è dato in gran parte da prodotti che in Usa non hanno, come il vino, l'olio, i prodotti caseari e non solo. Chi li acquista e ricerca, se anche costano qualche dollaro in più, continuerà a comprarli. Tra l'altro a quali mercati si potrebbero rivolgere gli americani, per risparmiare? I dazi non riguarderanno solo l'Italia. Sono più preoccupato per la nostra provincia dal rischio che vengano meno i turisti americani. L'indebolimento del dollaro rispetto all'euro potrebbe scoraggiare le vacanze nel nostro paese, e questo sì avrebbe un impatto sull'economia turistica in Italia e in Toscana in particolar modo".
"Quanto esprime il vice presidente riguardo ai flussi turistici statunitensi è corretto – conclude il direttore Biondi –, soprattutto in questa fase dove la Maremma inizia a registrare presenze turistiche provenienti dal mercato a stelle e strisce, ricordandoci che sono visitatori che lasciano nel nostro Paese oltre 400 euro di spesa quotidiana pro capite fra soggiorno, servizi turistici ed acquisto di prodotti tipici, oltre la ristorazione, circa il doppio rispetto alla media dei turisti europei che per ovvi motivi sono maggiormente di casa in Maremma".
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