Interi filari di meloni, già pronti per la raccolta, bruciati dal sole. Ventilatori accesi nelle stalle per proteggere le mucche dall'afa. Coldiretti lancia l'allarme caldo in Maremma, denunciando i disagi che stanno vivendo alcune aziende del comparto.
"L’intensa ondata di calore di questi giorni, con temperature stabilmente sopra i 35 gradi per molte ore della giornata – fanno sapere dall'associazione – ha scottato centinaia di chilogrammi di meloni nella campagna maremmana. Una brutta sorpresa per un’azienda agricola di Albinia che stima danni su almeno la metà della produzione che da qui alle prossime settimane avrebbe dovuto finire sulle tavole dei consumatori. Cresce l’allarme caldo tra gli agricoltori e gli allevatori preoccupati per le conseguenze delle alte temperature per i frutti in campo come anche angurie, susine, pesche, pomodori, melanzane e per gli animali ma anche per il proliferare degli insetti come cimici, coleotteri, afidi e altri. Sorvegliati speciali in questi giorni sono anche olivi e viti, due delle principali colture della maremma e della Toscana".
Coldiretti Grosseto ricorda l’ordinanza regionale di divieto di lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata tra le 12.30 e le 16.00. “Siamo passati in poche settimane dalla pioggia intensa al caldo intenso. Sbalzi che non fanno bene alle colture. In questo momento il rischio di scottature per gli ortaggi ed i frutti ancora da raccogliere è altissimo. L’eccessiva esposizione al sole può danneggiare, macchiare e spaccare la buccia rendendo il prodotto non più commercializzabile con pesanti conseguenze economiche per le aziende che hanno sostenuto tutta una serie di costi che non riusciranno a recuperare. – spiega Simone Castelli, presidente di Coldiretti Grosseto –. Le aziende stanno già mettendo in campo una serie di strategie preventive: dall’anticipare il raccolto la mattina presto al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Il surriscaldamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo accelerare per mettere a disposizione delle imprese più acqua evitando l’emungimento dai pozzi, che oltre costoso, si porta dietro il tema del cuneo salino e maggiori investimenti sull’agricoltura di precisione per ottimizzare l’uso delle risorse produttive”.
Massima attenzione nelle quasi 2mila aziende zootecniche della provincia di Grosseto. "Per dare sollievo alle mucche sono a pieno regime ventilatori e abbeveratoi. Con le alte temperature ogni singolo animale arriva, infatti, a bere molto. Per le mucche specialmente – sottolineano da Coldiretti Grosseto – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte".
"Le proiezioni degli esperti di estati sempre più calde ed eventi estremi difficili da prevedere rendono indispensabile recuperare e immagazzinare l’acqua piovana da destinare all’irrigazione delle colture nei momento di massimo stress idrico. Va in questa direzione il bando regionale di prossima uscita che per la prima volta finanzierà il recupero e la realizzazione di invasi aziendali in Toscana. Migliaia quelli censiti in Maremma che potrebbero garantire alle colture una preziosa riserva di acqua. Si tratta di piccoli specchi d’acqua che a causa principalmente delle difficoltà di gestione e della burocrazia sono stati in parte chiusi o non sono più utilizzati dalle imprese agricole che ora potranno recuperarli e riattivarli. Ma potranno anche essere realizzati ex novo. Il lungo e costante lavoro di Coldiretti Toscana, che già nel 2022 aveva posto nei tavoli sull’emergenza idrica coordinati dal Governatore, Eugenio Giani, il recupero degli invasi come elemento vitale, strategico e di competitività per le imprese – ricordano dall'associazione – ha dato i suoi frutti. La giunta regionale ha infatti approvato le linee guida del bando sugli investimenti irrigui che comprende, tra le voci finanziabili, oltre alla realizzazione di nuovi impianti irrigui aziendali, il rinnovo e ripristino di quelli esistenti, che possono comportare un’estensione delle superfici irrigate, l’attivazione di nuovi invasi o l’ottimizzazione di quelli già presenti, prevedendo un contributo che potrà arrivare fino all’85%. Il bando, per cui è avviata la fase di stesura, avrà una dotazione di poco superiore ai 17 milioni di euro".
“Anche se quest’anno non si profilano particolari criticità per la nostra regione con i principali invasi pieni oltre il 90%, è estremamente importante e urgente sostenere le imprese nel percorso di adeguamento, mitigazione e contrasto agli effetti del climate change. Senza la disponibilità di acqua, nei momenti di maggiore stress per le colture, tutti i record del cibo Made in Tuscany, dal vino all’olio passando per il food, sono in serio pericolo. L’acqua sarà sempre più un elemento di competitività per le imprese: averne la disponibilità significa produzioni costanti e migliore qualità, significa poter diversificare e non dipendere da poche colture, significa ridurre i costi di pompaggio che oggi molte imprese devono affrontare erodendo ulteriormente i già risicati margini, significa essere resilienti. Senz’acqua – concludono da Coldiretti – la nostra agricoltura non ha futuro”.
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