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MAREMMA

Ventilatori per le mucche, quintali di meloni bruciati dal sole ad Albinia: emergenza caldo in agricoltura. L'allarme di Coldiretti

Il presidente Simone Castelli: "Ricordiamo il divieto di lavorare nei campi nelle ore più calde della giornata"

Roberto Bata

30 Giugno 2025, 14:23

Ventilatori per le mucche, quintali di meloni bruciati dal sole: emergenza caldo in agricoltura. L'allarme di Coldiretti

Interi filari di meloni, già pronti per la raccolta, bruciati dal sole. Ventilatori accesi nelle stalle per proteggere le mucche dall'afa. Coldiretti lancia l'allarme caldo in Maremma, denunciando i disagi che stanno vivendo alcune aziende del comparto.

"L’intensa ondata di calore di questi giorni, con temperature stabilmente sopra i 35 gradi per molte ore della giornata – fanno sapere dall'associazione – ha scottato centinaia di chilogrammi di meloni nella campagna maremmana. Una brutta sorpresa per un’azienda agricola di Albinia che stima danni su almeno la metà della produzione che da qui alle prossime settimane avrebbe dovuto finire sulle tavole dei consumatori. Cresce l’allarme caldo tra gli agricoltori e gli allevatori preoccupati per le conseguenze delle alte temperature per i frutti in campo come anche angurie, susine, pesche, pomodori, melanzane e per gli animali ma anche per il proliferare degli insetti come cimici, coleotteri, afidi e altri. Sorvegliati speciali in questi giorni sono anche olivi e viti, due delle principali colture della maremma e della Toscana".

Coldiretti Grosseto ricorda l’ordinanza regionale di divieto di lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata tra le 12.30 e le 16.00. “Siamo passati in poche settimane dalla pioggia intensa al caldo intenso. Sbalzi che non fanno bene alle colture. In questo momento il rischio di scottature per gli ortaggi ed i frutti ancora da raccogliere è altissimo. L’eccessiva esposizione al sole può danneggiare, macchiare e spaccare la buccia rendendo il prodotto non più commercializzabile con pesanti conseguenze economiche per le aziende che hanno sostenuto tutta una serie di costi che non riusciranno a recuperare. – spiega Simone Castelli, presidente di Coldiretti Grosseto –. Le aziende stanno già mettendo in campo una serie di strategie preventive: dall’anticipare il raccolto la mattina presto al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Il surriscaldamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo accelerare per mettere a disposizione delle imprese più acqua evitando l’emungimento dai pozzi, che oltre costoso, si porta dietro il tema del cuneo salino e maggiori investimenti sull’agricoltura di precisione per ottimizzare l’uso delle risorse produttive”.

“Anche se quest’anno non si profilano particolari criticità per la nostra regione con i principali invasi pieni oltre il 90%, è estremamente importante e urgente sostenere le imprese nel percorso di adeguamento, mitigazione e contrasto agli effetti del climate change. Senza la disponibilità di acqua, nei momenti di maggiore stress per le colture, tutti i record del cibo Made in Tuscany, dal vino all’olio passando per il food, sono in serio pericolo. L’acqua sarà sempre più un elemento di competitività per le imprese: averne la disponibilità significa produzioni costanti e migliore qualità, significa poter diversificare e non dipendere da poche colture, significa ridurre i costi di pompaggio che oggi molte imprese devono affrontare erodendo ulteriormente i già risicati margini, significa essere resilienti. Senz’acqua – concludono da Coldiretti – la nostra agricoltura non ha futuro”.
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