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Corrado Augias
Stasera, mercoledì 20 agosto 2025, alle 21:15 su La7, va in onda “La Torre di Babele – Bernini, Borromini: la guerra del Barocco”, un’immersione appassionata nel cuore del Seicento romano, dove due geni dell’architettura si sfidano tra spiritualità ed estetica, rivalità e genio creativo.
Il documentario conduce lo spettatore attraverso le vie sacre e i cortili barocchi, esplorando le chiese e i palazzi che meglio incarnano l’anima dell’epoca: da San Carlino a Sant’Ivo alla Sapienza, passando per Sant’Andrea e Palazzo Barberini. È da questi luoghi, carichi di storia e tensione artistica, che si dipana la narrazione evocata da Corrado Augias, che funge da voce guida tra marmo e pietra, tra curve concave, volute e cupole rivoluzionarie.
Al suo fianco, in studio, si fa largo una raffinata esperienza intellettuale incarnata dallo storico dell’arte Jacopo Veneziani, dalla presenza politica e culturale di Francesco Rutelli e dalla testimonianza familiare di Urbano Barberini, erede di una delle dinastie più legate al Barocco romano. Insieme, questi protagonisti offrono uno sguardo a più voci, capace di restituire l’enigma di due personalità così differenti quanto complementari.
La serata si dispiega come un viaggio tra contrasti: Bernini, capace di trasformare il potere in scultura scenografica, e Borromini, architetto solitario e visionario, immerso nella ricerca di forme ardite, soluzioni ardite e strutture che sfidano l’armonia convenzionale. Da quella tensione nasce non solo un confronto estetico, ma anche la rappresentazione dell’anima doppia di Roma barocca, tra spettacolo e introspezione, tra opere monumentali e geometrie sospese.
Corrado Augias torna quindi a interpretare i luoghi come testimoni viventi di una sfida senza tempo, acuita dall’architettura e dall’ideologia. Lo spettatore è accompagnato in una mappa in cui la pietra parla, e dove ogni spigolo e ogni ovale svela un conflitto tra potere, arte e memoria. Le parole “guerra del Barocco” assumono così un’intensità semantica che travalica l’arte, diventando metafora di tensioni eternamente contemporanee.
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