L'omicidio di Chiara Poggi
“Dal punto di vista della lettura semplice la scena del crimine ci parla di un solo assassino”. Ne è convinto, nella sua analisi di criminodinamica, il professor Massimo Picozzi, il criminologo intervenuto nella puntata di venerdì 19 settembre di Quarto Grado, che è tornata a occuparsi del delitto di Garlasco e in particolare della relazione di 300 pagine dei Ris di Cagliari che hanno eseguito una nuova bpa. “È una scena del crimine disorganizzata – sostiene Picozzi – con un numero di colpi rilevante e tracce di sangue significative. Che un’altra persona sia intervenuta senza sporcarsi le scarpe mi sembra altamente improbabile”.
“Questo racconta qualcosa in più?”, chiede al criminologo Alessandra Viero, conduttrice del programma assieme a Gianluigi Nuzzi.
“Ci parla di un discontrollo emotivo, passionale – risponde Picozzi –. I casi in cui due persone commettano insieme un omicidio passionale per un rifiuto o per qualcosa che abbia innescato forti emozioni sono rari o assenti. Poi ci penseranno le prove scientifiche a dire qualcosa di più, almeno spero. Ricostruire la dinamica può anche essere legato a movimenti dell’assassino o della vittima sulla scena, se magari il primo colpo è stato dato in un certo luogo”.
Nel corso della puntata si è a lungo dibattuto anche della macchia di sangue simile a quella di una mano, in fondo alle scale dove è stato ritrovato il corpo di Chiara Poggi. In un ampio servizio è stata mostrata una ricostruzione secondo la quale appare complesso che quella mano sia quella dell’aggressore (o uno degli aggressori) di Chiara, vista la posizione e la lunghezza (circa 20 centimetri, assimilabile a una mano piccola di un uomo o grande di una donna).
La "mano insanguinata"
In studio il generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, ha ribadito la sua convinzione che non possa trattarsi di una mano: un argomento, secondo il generale, già affrontato ed esaurito in passato. Dell'impronta sospetta e della relazione dei Ris di Cagliari, che potrebbe aver ridisegnato la scena del crimine, si è a lungo dibattuto in studio, con gli ospiti che si sono divisi incalzati dalle riflessioni del conduttore Gianluigi Nuzzi.
Luciano Garofano
Dalla nuova bpa (Bloodstain Pattern Analysis) eseguita dal Ris di Cagliari sul delitto di Garlasco parrebbe essere emerso un quadro significativamente diverso rispetto alla prima ricostruzione risalente al 2007, sia nella sequenza degli eventi sia nella valutazione delle presenze sulla scena del crimine. Ma la relazione è stata secretata, quindi al momenti ci sono solo ipotesi. L’analisi, contenuta in una relazione di circa 300 pagine, affermerebbe che non ci sono elementi che indichino la presenza di più di una persona durante il delitto: la dinamica confermerebbe la presenza di un solo aggressore nell’omicidio di Chiara Poggi, escludendo di fatto il concorso materiale di altri. La scena del crimine è stata ricostruita in 3D, analizzando in modo avanzato le traiettorie delle tracce di sangue, gli schizzi sul telefono, vicino al divano e sulla famigerata “impronta di mano”; quest’ultima resta tuttavia oggetto di dibattito quanto alla reale compatibilità con l’assassino.
L'ampio servizio su Garlasco
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