L'omicidio di Chiara Poggi
Antonio De Rensis
Nell’ultima puntata di Quarta Repubblica, andata in onda lunedì 8 settembre su Rete 4, gli ospiti in studio si sono confrontati sulle indagini in corso per il delitto di Garlasco. In particolare il dibattito si è acceso dopo le parole del giudice Stefano Vitelli, che assolse Alberto Stasi in primo grado. “Vitelli – afferma il giornalista Stefano Zurlo - pone delle questioni molto importanti, ma successivamente sono emersi nuovi elementi che la Cassazione mette in fila e sono stati decisivi per la condanna. Dopo due assoluzioni non si dovrebbe andare avanti, ma questa è l’eccezione che conferma la regola perché sono emersi nuovi elementi che sono stati messi in fila”.
Il conduttore Nicola Porro ha chiesto a Zurlo il perché delle nuove indagini. “Si è partiti dal dna sulle unghie – afferma Zurlo – è un elemento molto controverso, di cui si discute da tanti anni, la difesa di Stasi ha fatto un grande lavoro, ha convinto la procura che ha combattuto una guerra col gip non voleva riaprire il caso. La Cassazione alla fine ha detto di procedere. Può succedere che ci sia un errore, ma qui si ipotizza addirittura di un contesto completamente diverso. Al di là degli errori significherebbe che chi si è occupato del caso in passato non avrebbe capito assolutamente nulla”.
Stefano Zurlo
A questo punto è intervenuto Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi: “Ringrazio il dottor Zurlo per aver ricordato che la Cassazione ha legittimato questa indagine – ha spiegato - ma questa procura è stata legittimata dalla Cassazione e quindi aveva già da tempo le idee molto chiare. Ricordo che sono quattro pubblici ministeri che stanno indagando. Uno può innamorarsi di un’idea, quattro è più difficile”.
E i tempi? Ha provato a rispondere la giornalista Ludovica Bulian: “Siamo tutti in attesa dei passaggi cruciali, entro ottobre dovrebbe concludersi l’incidente probatorio, aspettiamo l’esame del dna. Entro dicembre speriamo di avere la risposta sull’elemento principale contro Sempio, questo presunto dna compatibile con il ramo maschile della famiglia Sempio. Le consulenze si stanno scontrando in maniera feroce, ma questo è un elemento di accusa fortissimo”.
“Abbiamo un dato di fatto – ha sottolineato De Rensis - cinque esperti la pensano allo stesso modo su quel dna. Ma non c’è un consulente solo che la pensa così: il professor Previderè era considerato la punta di diamante della genetica, credo lo sia ancora, professor Rever è il numero uno al mondo sul cromosoma Y e ha lavorato in maniera anonima”. “Non ci possono essere graduatorie di dolore – ha detto ancora il legale - Io rispetto in primis il dolore della famiglia Poggi, che è quello più devastante, perché una ragazza meravigliosa meritava di vivere una vita meravigliosa. C’è una scheggia impazzita, che potrebbe fare la differenza. Si chiama indagini tradizionali”.
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