Il processo
Francis Kaufmann
Nei film americani talvolta si assiste a un processo in cui l'imputato decide di difendersi da solo. Così Charles Francis Kaufmann, il cittadino statunitense arrestato in Grecia e ora detenuto nel carcere di Rebibbia con l’accusa di aver ucciso la compagna Anastasia Trofimova e la loro figlia Andromeda sul terreno di Villa Pamphili, ha formalmente revocato l’incarico al proprio avvocato con l’esplicita motivazione: «Voglio difendermi da solo». Ma in Italia questo non è possibile.
Secondo Open, il 46enne americano ha comunicato di voler assumere la propria difesa personalmente, richiamando la pratica comune negli Stati Uniti, dove – afferma – questo sarebbe consentito, pur non essendo previsto nel sistema italiano. Il quotidiano Il Messaggero ha confermato che Kaufmann ha liquidato il suo avvocato, dichiarando la volontà di rappresentarsi personalmente in aula. A seguito della revoca, il Tribunale ha subito nominato un difensore d’ufficio, come previsto dalla normativa italiana, dal momento che l’autodifesa come rappresentanza tecnica non è ammessa dal diritto penale italiano.
Sempre Il Messaggero riferisce che Kaufmann si sarebbe lamentato delle condizioni carcerarie a Rebibbia: in isolamento, ha formulato richieste riguardo all’ora d’aria, affermando di volerla fare «quando dico io», e ha dichiarato di non essere stato messo a disposizione della sua federa, sostenendo che dormire era difficoltoso senza di essa.
Infine, La Repubblica di Roma ha pubblicato un articolo nella stessa data – il 5 agosto 2025 – ricostruendo la vicenda: conferma che Kaufmann ha revocato il mandato legale e intende procedere con autodifesa. Anche questa fonte sottolinea che - secondo il diritto italiano - la rappresentanza tecnica in aula è esercitata da un avvocato abilitato, e pertanto è stato nominato un difensore sostitutivo dallo Stato.
La Polizia Scientifica ha rilevato una traccia biologica mista di sangue e saliva sul sacco nero che copriva il corpo di Anastasia Trofimova. Il profilo genetico è risultato composto per metà da Kaufmann/Rexal Ford e per metà dalla piccola Andromeda. Si tratta di una evidenza ritenuta altamente rilevante, forse decisiva per l’accusa di duplice omicidio aggravato. Il test del DNA attribuisce ufficialmente a Kaufmann la paternità di Andromeda.
Le indagini a Villa Pamphili dopo il ritrovamento dei corpi
Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip di Roma evidenzia che Kaufmann avrebbe cercato di depistare le indagini occultando il cadavere della madre, rimuovendo i vestiti della bambina e non denunciandone la scomparsa. La giudice ha annotato la sua “pervicace volontà di sottrarsi alle responsabilità” e la natura efferata dello strangolamento della neonata. Attraverso una rogatoria internazionale, la Procura ha verificato che Kaufmann era stato arrestato cinque volte negli USA per violenza domestica e aggressioni, e aveva già scontato circa 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale e lesioni gravi.
Charles Francis Kaufmann con Anastasia Trofimova
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