Mercoledì 17 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

La storia

Donato Bilancia, il serial killer che terrorizzò l'Italia: l'intervista a Bonolis, la morte per Covid rifiutando le cure. Fu tradito dalle multe non pagato

Tutte le circostanza meno note nella vita di uno dei più efferati crinimali italiani

Giovanni Ramiri

06 Agosto 2025, 20:41

Donato Bilancia, il serial killer che terrorizzò l'Italia: l'intervista a Bonolis, la morte per Covid rifiutando le cure. Fu tradito dalle multe non pagato

Donato Bilancia (al centro)

Donato Bilancia è stato uno dei serial killer italiani più spietati e imprevedibili, autore di 17 omicidi in soli sei mesi tra ottobre 1997 e aprile 1998, che seminò terrore tra Liguria e Piemonte. La sua scia di sangue colpì vittime diverse per sesso, età, professione e motivazione, da regolamenti di conti personali e vendette, a rapine e delitti apparentemente casuali.

Cronologia degli omicidi e contesto

Bilancia cominciò la sua serie mortale il 16 ottobre 1997 a Genova uccidendo Giorgio Centanaro, un biscazziere a cui imputava di averlo truffato nel gioco d’azzardo. Il delitto, soffocamento con cuscino e nastro adesivo, passò inizialmente per morte naturale, perché non c’erano evidenze immediate di omicidio. Nei giorni seguenti, il 24 ottobre 1997, uccise Maurizio Parenti e sua moglie Carla Scotto in casa, colpendoli a pistolettate. Il 27 ottobre, assassinò la coppia di gioiellieri Bruno Solari e Maria Luigia Pitto senza però rapinarli. Il 13 novembre arrivò a Ventimiglia e uccise Luciano Marro, un cambiavalute, portando via un consistente bottino.

Con l’inizio del 1998, la gamma delle vittime si allargò ulteriormente: il 25 gennaio 1998 uccise un metronotte, Giangiorgio Canu, apparentemente per confondere gli investigatori, e in seguito prese di mira prostitute, altri cambiavalute, metronotte, benzinaio e donne sole sui treni regionali. Ecco alcune date chiave di questa escalation.

  • 9 marzo 1998: uccide la prostituta Stella Truya a Varazze.

  • 18 marzo 1998: vittima la prostituta Ludmilla Zuskova a Pietra Ligure.

  • 20 marzo 1998: assassina il cambiavalute Enzo Gorni a Ventimiglia.

  • 24 marzo 1998: spara a due metronotte a Novi Ligure, con una vittima sopravvissuta che rivelò dettagli agli inquirenti.

  • 29 marzo 1998: uccide Evelyn Tessy Edoghaye, prostituta nigeriana a Cogoleto.

  • Tra il 12 aprile e il 21 aprile 1998, Bilancia uccide donne sole sui treni (come Elisabetta Zoppetti e Maria Angela Rubino), un benzinaio a Arma di Taggia e altri cambiavalute.

Ogni delitto si svolgeva in modo rapido e spesso sporco di futili motivi o ossessivi, con l’uso di pistole, strangolamenti e rapine brutali.

Come è stato catturato? Il ruolo delle multe al casello autostradale

La cattura di Bilancia, avvenuta il 6 maggio 1998 a Genova, fu il risultato di un lavoro investigativo molto meticoloso, in cui un elemento decisivo fu proprio un errore banale legato alla sua auto, una Mercedes nera. Bilancia usava questa vettura per spostarsi rapidamente da un luogo all'altro, e tante multe per infrazioni al codice della strada (in particolare, contravvenzioni ai caselli autostradali e sulle principali arterie liguri) erano state inviate all’ex proprietario dell’auto, che non aveva idea di chi l’usasse realmente.

Le autorità, incrociando le multe con zone e orari legati ai delitti, riuscirono a ricostruire un quadro utile per identificare il sospetto. Inoltre, una vittima sopravvissuta (un metronotte) fornì una descrizione precisa, e il ritrovamento di mozziconi di sigarette consentì di estrarre il DNA che combaciava con quello di Bilancia.

Il pedinamento intenso culminò con l’arresto senza resistenza di Bilancia. Inizialmente negò, poi confessò con lucidità tutti i 17 omicidi, rivelando il suo modo di agire e le motivazioni, sia di vendetta, rapina, sia di puro sadismo.

Curiosità e aspetti meno noti

  • Intervista a Paolo Bonolis (2004): l’intervista televisiva fu una delle più controverse mai realizzate in Italia, perché Bilancia rifiutò ogni pentimento, affermando che la sua unica redenzione possibile fosse la morte. L’episodio provocò polemiche tra pubblico, stampa e istituzioni.

  • Gesti di solidarietà in carcere: negli anni di detenzione, donò parte della sua pensione d’invalidità civile per aiutare un bambino disabile di Padova e una famiglia siciliana con figli disabili. Chiese anche un permesso premio per incontrare il bambino, rifiutato per questioni di sicurezza.

  • Morte per Covid e rifiuto delle cure: Bilancia morì nel carcere di Padova il 17 dicembre 2020, colpito dal Covid-19, ma scelse di rifiutare le cure mediche, interpretato come un ulteriore atto di rassegnazione e controllo sul proprio destino.

La storia di Donato Bilancia è dunque fatta di omicidi efferati e frenetici, ma anche di piccoli dettagli – dall’inchiesta sulle multe al casello autostradale alla sua sorprendente umanità carceraria – che raccontano una figura complessa, capace di agire con feroce lucidità e allo stesso tempo di lasciarsi scoprire attraverso imperfezioni banali. Questa doppia natura rende la sua vicenda uno dei capitoli più inquietanti e studiati della cronaca criminale italiana. Su Nove, sabato 26 luglio, uno speciale per raccontare la sua storia.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie