Il personaggio
John Wayne
John Wayne, nato Marion Robert Morrison il 26 maggio 1907 a Winterset, Iowa, è una delle personalità più emblematiche della storia del cinema del XX secolo. La sua immagine, scolpita nel mito, è indissolubilmente legata all’archetipo del cowboy e dell’eroe americano: un uomo di poche parole, determinato, capace di incarnare un senso di giustizia diretto e inflessibile. Prima di diventare la leggenda conosciuta in tutto il mondo, Wayne visse un’infanzia semplice ma segnata da cambiamenti importanti. Quando aveva circa dieci anni, la famiglia si trasferì in California alla ricerca di migliori opportunità. Fu in questo nuovo contesto che il giovane Marion scoprì la passione per lo sport, in particolare per il football americano, disciplina nella quale eccelleva grazie alla statura imponente e alla forza fisica. Il talento gli valse una borsa di studio per la University of Southern California, ma un grave infortunio al ginocchio gli impedì di proseguire la carriera sportiva, costringendolo a reinventarsi.
Il primo contatto con il mondo del cinema avvenne quasi per caso. Lavorando come assistente alla scenografia e come facchino negli studi, Wayne ebbe modo di osservare da vicino le dinamiche delle riprese e di instaurare rapporti con figure chiave dell’industria. Uno degli incontri più determinanti fu quello con il regista John Ford, con cui avrebbe stretto un sodalizio artistico durato decenni. All’inizio, Wayne fu relegato a ruoli minori o a film a basso budget, spesso girati in serie, che lo aiutarono però a sviluppare una presenza scenica solida e riconoscibile.
La svolta arrivò nel 1939 con il film Ombre rosse (Stagecoach), un western che ridefinì il genere e che trasformò Wayne in un protagonista di primo piano. Da quel momento, la sua carriera prese slancio in modo inarrestabile. Negli anni ’40 e ’50 recitò in numerosi capolavori del western, come Il fiume rosso (Red River), Sentieri selvaggi (The Searchers) e Un dollaro d’onore (Rio Bravo). Questi film non solo consolidarono la sua reputazione, ma contribuirono a fissare nella cultura popolare un modello di mascolinità ruvida e al tempo stesso guidata da un codice morale incrollabile.
Pur essendo identificato quasi esclusivamente con il western, Wayne dimostrò una notevole versatilità. Si cimentò in film bellici, come Sands of Iwo Jima, in cui la sua interpretazione gli valse una nomination all’Oscar, e in pellicole d’avventura e drammatiche che gli permisero di esplorare sfumature meno stereotipate della sua recitazione. Nel 1969, la sua interpretazione di Rooster Cogburn in Il Grinta (True Grit) gli fece conquistare il Premio Oscar come miglior attore, consacrando definitivamente il suo posto nella storia del cinema.
Oltre al talento sullo schermo, Wayne fu anche una figura pubblica controversa per le sue posizioni politiche. Convinto sostenitore del patriottismo americano, appoggiò apertamente l’intervento militare degli Stati Uniti in diverse circostanze e fu un membro attivo di organizzazioni conservatrici. Il suo impegno politico, se da un lato rafforzava il legame con una parte del pubblico, dall’altro generava critiche, soprattutto negli anni ’60 e ’70, in un’America segnata da profondi cambiamenti sociali e culturali.
La vita privata di Wayne fu intensa e complessa. Si sposò tre volte e ebbe sette figli, molti dei quali intrapresero a loro volta carriere nel mondo dello spettacolo. Nonostante i successi, la sua salute cominciò a deteriorarsi negli anni ’70. Nel 1964 gli fu diagnosticato un cancro ai polmoni, che superò grazie a un’operazione, ma nel 1979 dovette affrontare un cancro allo stomaco particolarmente aggressivo. Lo stesso attore ipotizzò che la malattia fosse stata causata, almeno in parte, dalle radiazioni assorbite durante le riprese di Il conquistatore (The Conqueror), girato vicino a un’area di test nucleari nel Nevada.
Nonostante il declino fisico, Wayne continuò a lavorare fino all’ultimo, mantenendo la propria immagine di uomo forte e tenace. Morì l’11 giugno 1979 a Los Angeles, all’età di 72 anni, lasciando un vuoto enorme nel panorama cinematografico e nell’immaginario collettivo. Negli anni successivi, la sua figura è stata oggetto di omaggi, analisi critiche e persino revisioni storiche, ma il fascino del suo mito è rimasto intatto.
Il nome John Wayne non è solo sinonimo di cinema western, ma evoca un intero universo di valori, storie e immagini che continuano a influenzare il modo in cui il pubblico percepisce l’eroismo sul grande schermo. La sua eredità, costruita attraverso decenni di interpretazioni memorabili, continua a vivere sia nelle opere che ha realizzato sia nell’icona culturale che è diventato: un simbolo di determinazione, coraggio e indipendenza destinato a non tramontare mai.
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