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Rocco Schiavone stasera 6 agosto: sorprese e colpi di scena. Anticipazioni e trama dell'episodio

Giovanni Ramiri

06 Agosto 2025, 10:09

Rocco Schiavone stasera 6 agosto: sorprese e colpi di scena. Anticipazioni e trama dell'episodio

Marco Giallini è Rocco Schiavone

Questa sera, martedì 6 agosto 2025, alle 21:20 su Rai 2, ritorna Rocco Schiavone con la prima puntata della quarta stagione, intitolata Rien ne va plus. L’atmosfera si apre con un cambiamento radicale: il vicequestore non è più ad Aosta, ma da qualche parte oltre confine, dove ha cercato rifugio dopo il peso degli ultimi eventi. È un Rocco stanco, in fuga, lontano dal suo mondo ma non dal proprio passato. E come spesso accade, è proprio quest’ultimo a venirlo a cercare.

L’episodio parte da un’assenza che non può durare. Schiavone viene richiamato in Italia da Brizio e Furio, i suoi amici di sempre, con una notizia che non può ignorare. Il vecchio caso dell’omicidio di Favre — il ragioniere ucciso che aveva lasciato troppi dettagli insoluti — torna a galla con nuovi elementi, ma non è solo questo a riportarlo a casa. C’è qualcosa di più profondo, un’irrisolutezza che brucia sotto la pelle. Il passato di Rocco è una ferita aperta, e Baiocchi, l’uomo che ha distrutto la sua vita uccidendo Marina, è ancora un’ombra che non ha nome né corpo. Il cadavere non è mai stato trovato. La giustizia, per Schiavone, è qualcosa che esige chiusura, anche se il prezzo da pagare è alto.

Mentre cerca di rimettere insieme i pezzi, un nuovo caso scuote Saint-Vincent: un furgone portavalori svanisce nel nulla con un carico proveniente dal casinò, e l’autista viene ritrovato in stato confusionale, incapace di fornire una spiegazione credibile. I contorni dell’indagine si fanno subito opachi, e Schiavone capisce che i fili che muovono questa storia affondano in logiche più complesse del semplice crimine. Il disegno che si delinea è ampio, stratificato, segnato da doppie verità, vecchie amicizie e nemici mai sepolti.

Il ritorno ad Aosta non è solo geografico, è un movimento interiore. Ogni passo nei corridoi della questura, ogni faccia familiare che incontra, ogni interrogatorio riportano a galla le crepe, le contraddizioni, quella stanchezza che è diventata la cifra del personaggio. Schiavone non è un eroe e non lo è mai stato. È un uomo pieno di difetti, di paure, che scava nella realtà con il sarcasmo come unico scudo. Eppure continua a vedere dove gli altri non guardano, a sentire quello che gli altri ignorano. In ogni indagine, mette in gioco se stesso.

L'episodio Rien ne va plus si costruisce lentamente, con una tensione che non esplode mai ma si stratifica, lasciando il sospetto che nulla sia davvero finito. La regia non cerca lo spettacolo, ma l’intimità di uno sguardo, il silenzio in una stanza, la verità che si intravede in un’esitazione. La scrittura si muove con delicatezza dentro le pieghe emotive dei personaggi, restituendo una narrazione cupa, viscerale, intrisa di malinconia.

La montagna resta sullo sfondo, fredda, imperturbabile, quasi in contrasto con il tumulto interiore del protagonista. Il paesaggio innevato, spesso bianco e muto, amplifica la distanza tra la vita che scorre e quella che Rocco si ostina a trattenere. È qui che tutto si gioca, in quell’intercapedine sottile dove giustizia, dolore e rimorso si fondono.

Con questa puntata, Rocco Schiavone non solo riapre le sue indagini, ma si riconferma come una delle narrazioni più adulte, complesse e intense della serialità italiana. La stagione si apre così: con un uomo che torna, non perché è pronto, ma perché sa che certe fughe non portano da nessuna parte.

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