In tv
Stefano Nazzi
Stasera, mercoledì 6 agosto 2025, su Rai 3 alle 21:30, va in onda l’ultima puntata de Il caso, il programma di true crime condotto da Stefano Nazzi. Un appuntamento molto atteso che chiude un percorso narrativo costruito con precisione, attenzione giornalistica e una cura rara nei dettagli. L’episodio conclusivo è dedicato a una delle figure criminali più inquietanti della storia recente italiana: Donato Bilancia.
Bilancia è stato un serial killer anomalo, un uomo all’apparenza comune, silenzioso, poco appariscente, che negli anni tra il 1997 e il 1998 seminò il terrore tra Liguria e Piemonte. Le sue vittime furono diciassette, scelte in modo apparentemente casuale: conoscenti, prostitute, impiegati, viaggiatori sui treni. Un’onda di sangue che travolse più città senza un’apparente logica, fino alla sua cattura, avvenuta solo dopo un lungo e complesso lavoro investigativo. Condannato a tredici ergastoli, è morto in carcere nel 2020. Ma ciò che lo rende ancora oggi un caso degno di indagine non è soltanto il numero degli omicidi, bensì la sua capacità di passare inosservato, di mimetizzarsi nella normalità, mentre nel profondo coltivava una rabbia feroce e incontrollabile.
Nel corso della puntata, Nazzi ripercorre ogni tappa del percorso criminale di Bilancia, ma lo fa con uno sguardo diverso da quello che la televisione ha spesso riservato ai serial killer. Non c’è ricerca dello shock, non c’è spettacolarizzazione. L’intento è capire. Capire chi era quell’uomo, cosa lo ha spinto, da dove nasceva la sua violenza. A partire dalla sua infanzia difficile, la solitudine, i rapporti familiari problematici, la dipendenza dal gioco d’azzardo e la sua frustrazione di fronte a una vita che sentiva di non controllare. Tutti elementi che contribuiscono a costruire una figura disturbata, piena di contraddizioni, capace di gesti estremi senza alcuna empatia.
Donato Bilancia
Attraverso testimonianze dirette, materiali d’archivio e ricostruzioni rigorose, Il caso porta alla luce non solo i fatti, ma anche le omissioni, i dubbi rimasti, gli errori commessi durante le indagini. Si cerca di restituire alle vittime la loro umanità, di spostare lo sguardo dal carnefice a chi ha subito la violenza, riportando in primo piano storie personali, vite spezzate troppo presto.
L’impianto narrativo rimane quello sobrio e incisivo che ha contraddistinto l’intera serie. La voce di Nazzi guida lo spettatore con passo lento, ma sicuro, evitando sensazionalismi. Ogni elemento è verificato, ogni ricostruzione supportata da dati e testimonianze. Non c’è spazio per l’interpretazione arbitraria, solo per il racconto limpido dei fatti.
Con questa puntata si chiude una serie che ha già lasciato un segno profondo nel panorama televisivo italiano. Dopo i casi di Yara Gambirasio, Cogne e Meredith Kercher, la vicenda di Donato Bilancia rappresenta un’ultima, inquietante riflessione sul lato oscuro della natura umana. Un racconto che, ancora una volta, ci costringe a fare i conti con ciò che spesso preferiremmo non vedere.
Per chi ha seguito il programma fin dall’inizio, questa sera rappresenta la conclusione di un viaggio dentro alcune delle pagine più dolorose e complesse della cronaca italiana. Ma anche per chi si avvicina solo ora, è un’occasione per riscoprire un modo diverso di fare televisione: sobrio, documentato, rispettoso. Il caso non dà risposte facili, ma solleva domande necessarie. E forse, proprio per questo, lascia il segno.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy