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Il caso

Mostro di Firenze, nuova verità sul primo omicidio dopo 57 anni. "Sapere chi ha sparato e chi ha tenuto la pistola significa sapere chi è il mostro"

Piero Rinaldi, autore del libro La Verità Nascosta, ha parlato nell'ultima puntata di Filorosso

Giovanni Ramiri

29 Luglio 2025, 10:33

Mostro di Firenze, nuova verità sul primo omicidio dopo 57 anni. "Sapere chi ha sparato e chi ha tenuto la pistola significa sapere chi è il mostro"

Piero Rinaldi a Filorosso

Piero Rinaldi, autore del libro La Verità Nascosta, è stato ospite dell'ultima puntata di Filorosso, lunedì 28 luglio, per parlare dell'enigma forse più grande della storia italiana, i delitti del Mostro di Firenze. La conduttrice Manuela Moreno ha ricordato gli ultimi sviluppi di un'inchiesta infinita, che ora ritorna indietro di 57 anni: “Natalino Mele, scampato dall’omicidio della madre e del suo amante, non è il figlio di Stefano Mele, ma di Giovanni Vinci, che aveva frequentato la donna uccisa”.

Vinci non è mai stato indagato – ricorda Moreno - Cosa cambia adesso?”. “La pistola che ha ucciso dal 1974 al 1985 è la stessa che ha ucciso la madre di questo ragazzino, che nel 1968 aveva sei anni – risponde Rinaldi - Quando nel 1982 si torna indietro scoprendo che c'erano dei delitti simili a quelli che si stavano consumando nella provincia fiorentina dal 1974, si torna a quel delitto e viene fatta una perizia, scoprendo che la pistola è la stessa”.

“Sapere chi ha sparato e chi ha tenuto quella pistola, sarebbe come arrivare al nome e al cognome del mostro di Firenze – osserva Rinaldi - Ho sempre sostenuto che il killer sia uno. Tornando al delitto del 1968, qualcosa è legato proprio alla paternità: il papà, Stefano Mele è finito in galera per un delitto d'onore, un uomo che uccida la sua donna e l'amante. Ma non è vera la storia”.

“Nel 1984 – ricorda lo scrittore - la persona con cui ho scritto il libro, il colonnello Torrisi, fa confessare Stefano Mele e dice la verità di quello che è successo. Quella notte non c'è stato un delitto d'onore ma un’esecuzione, a sparare fu Salvatore Vinci e lui tenne quella pistola. Perché il padre non ha mai detto la verità? Sapeva che il figlio non era suo, ma di Salvatore Vinci”.

Manuela Moreno ricorda anche che la Corte di appello di Genova ha ritenuto inammissibile la revisione della condanna all'ergastolo di Mario Vanni. “Non ho mai avuto nessun tipo di stima per quella sentenza – conclude Rinaldi. Per me i compagni merende non sono il mostro a tre teste”.

La puntata di Filorosso in onda lunedì 28 luglio

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