L'omicidio
Antonio De Rensis
“A pagina 88 dell’appello firmato dalla dottoressa Muscio (all'epoca sostituto procuratore a Vigevano, ndr) e dal procuratore capo Lauro c’è scritto l’orario della morte può essere tra le ore 9.12 e le 9.35 o dopo le 12.46. Questo nell’appello, dopo una sentenza di assoluzione. E io, avvocato di Stasi, Giada Bocellari avvocato di Stasi, Stasi stesso e credo chi si interessa di questa vicenda non dobbiamo trasecolare di fronte a queste cose scritte?”.
È stato durissimo Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, nell’ultima puntata di Ore 14 Sera, andata in onda giovedì 18 settembre, nella quale a lungo si è parlato del delitto di Garlasco.
La puntata completa
“È successo un fatto molto grave nelle sommarie informazioni – dice ancora De Rensis parlando della posizione di Andrea Sempio – perché la dottoressa Muscio, io credo che sia stata anche vittima di alcune cose fatte in maniera sbagliata in buona fede, Sempio e io gli credo fermamente dichiara che va a deporre, se ne va col papà, è finito tutto, il verbale è chiuso. Probabilmente c’è un’interlocuzione col pm, lo richiamano. Tu devi darne atto. Non è finita: lui parla dello scontrino, vallo a prendere, e se ne va ancora. C’è un piccolo problema: quelle sommarie informazioni sono uniche, senza interruzioni. Quindi quando la dottoressa Muscio le legge non sa tutto quello che è successo, perché è un atto unitario. Qual è la sostanza? Che le sommarie informazioni in quel momento non possono essere più considerate, pur avendo rispetto e credendo che abbia detto la verità, sono state inquinate. Perché lui ha contatto con il papà, con cui va a casa, con cui ritorna, con cui va a casa, con cui ritorna”.
“È successo anche a Stasi”, ribatte Dario Radaelli, avvocato. “Con una differenza, ribadisce – che quando viene sentito Sempio sono in due, quando viene sentito Stasi in quindici”.
:mt-4 [&_strong:has(+br)]:inline-block [&_strong:has(+br)]:pb-2">“Qual è il movente? Qual è il segreto inconfessabile che ha portato all’omicidio?”, chiede il conduttore Milo Infante durante la puntata. “La corte di appello di Milano – risponde Dario Radaelli, consulente della famiglia Poggi – ha parlato di un contesto motivazionale. Ha messo insieme più situazioni legate a modalità con cui i ragazzi gestivano il loro rapporto. Purtroppo la situazione oggettiva disponibile non ha consentito a nessuno di verificare cosa sia successo la sera prima”.
Dario Radaelli
Durante la puntata c’è anche una considerazione di Monica Leofreddi: “Qualora le indagini della professoressa Cattaneo delineino una scena completamente diversa, a chi dobbiamo chiedere? Il ragionevole dubbio chi lo scioglierà. Potremo chiedere a un giudice che dirà l’opposto di cosa ha detto la Cassazione? Ci vogliamo ricordare di quanto è stata ondivaga?”.
Monica Leofreddi
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy