L'omicidio di Chiara Poggi
Massimo Lovati e Massimo Giletti
“Io penso che la posizione di Sempio sia legata alla configurazione del reato di concorso in omicidio. Se cade il concorso cade anche la posizione del mio assistito. Non è vero che dalla bpa dei Ris di Cagliari non è emerso nulla, è emerso che l’assassino era uno”. È iniziato così l’intervento a Lo Stato delle Cose di Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio. La trasmissione in onda su Rai 3 si è occupata con un ampio approfondimento del delitto di Garlasco e non è mancato uno scontro piuttosto acceso tra Lovati e il conduttore Massimo Giletti.
Massimo Lovati
Poi il legale di Sempio è intervenuto parlando della questione delle telefonate del suo assistito a casa Poggi. I sospetti riguardano tre chiamate: il 7 agosto alle 17.42 e alle 17.50 (2 e 8 secondi) e l’8 agosto alle 16.54 (21 secondi). “Questa cosa delle telefonate è una circostanza senza peso, non servono a niente, sono di cinque giorni prima”, afferma Lovati. “Servono per capire se uno dice la verità”, ribadisce Giletti. “Secondo voi perché telefonava? Ditelo voi”. “Io faccio domande – replica Giletti – faccio il mio mestiere e indago, di sicuro meglio di quelli che hanno fatto l’indagine a Garlasco”. “Lei sta indagando sul niente, zero”, si accende Lovati.
Le telefonate contestate
A questo punto Giletti manda in onda un servizio su Alessandro Biasibetti, all’epoca amico di Sempio, che però preferisce non rispondere alle domande. Lo scontro tra Giletti e Lovati si accende definitivamente dopo il servizio su don Gregorio (all’epoca dei fatti rettore del santuario della Bozzola) e le ricevute su carta intestata sullo studio di Massimo Lovati per somme corrisposte a Savu, condannato per estorsione ai danni del sacerdote. “Che problema c’è? – taglia corto l’avvocato – Don Gregorio, che era mio cliente, mi chiese delle ricevute per delle somme che erano uscite dal santuario a scopo di beneficenza. Punto e basta”. “A chi andavano?”, chiede Giletti. “Alla famiglia di Savu, perché aveva un bambino ammalato”, risponde il legale. “Così dice”, incalza Giletti. A questo punto Lovati s’arrabbia: “Mi lasci parlare, perché parla sempre e solo lei, Giletti mi lasci parlare”. “Ho detto che la beneficenza era in favore della famiglia di Savu, così mi dice lui per le cure specialistiche del bambino. Altro non so”. “Alla luce di queste telefonate erotiche, le viene il dubbio che fosse per chiudere un occhio su questa storia?”, incalza ancora Giletti. “Quello che io ho saputo o quello che ho supposto di sapere è coperto dal segreto d’ufficio. Io sono stato anche testimone al processo e mi sono avvalso della facoltà di non rispondere. Figurati se rispondo a lei”.
A questo punto Giletti ironizza: “La beneficenza si fa in tanti modi. Si vede che Savu era molto disponibile”. “Ognuno la può pensare come vuole – taglia corto Lovati - io non so niente e se lo so non lo dico”. “Forse Savu ha influenzato i suoi sogni? Lei perché ha detto che ha sognato questo killer che arriva e ammazzava Chiara perché doveva star zitta su quello che succedeva in quella zona. Il sogno è rimasto tale?”. “Il sogno è rimasto tale. Perché? C’è qualche problema”. “Siccome c’è di mezzo la morte di una ragazza, cercherei di essere più attento”. “Savu vive nel territorio di Vigevano e Garlasco dal 2013, se ha saputo qualcosa della storia di Chiara Poggi significa che qualcuno gliel’ha detto, perché lui non poteva saperlo”, conclude Lovati.
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