Il caso
La madre di Anastasia Trofimova a Chi l'ha Visto?
«Gli vorrei far notare che mia figlia lavorava per una grossa compagnia di costruzioni dove era apprezzata e stimata. E anche quando si è licenziata per seguirlo a Malta, l’azienda le ha proposto di ritornare perché lo rispettavano e sapevano che era capace sul lavoro. L’avevano anche promossa».
La madre di Anastasia Trofimova risponde così alle atroci parole di Francis Kaufmann, accusato del duplice omicidio della sua compagna e della loro figlia di undici mesi, poi abbandonate nel parco di Villa Pamphili a Roma. Durante un incontro con gli inquirenti a luglio, ha dichiarato: «Anastasia? Che ne so dove si trova? Penso che sia andata a fare la prostituta in Spagna. O forse in Francia». Queste parole rappresentano una provocazione e un modo per infangare il nome di Anastasia, in realtà già morta da settimane e ritrovata uccisa a Villa Pamphili a Roma insieme alla bambina.
Anastasia Trofimova
«Mia figlia in Francia e Spagna? Che fesseria... I corpi sono stati rinvenuti il 7 giugno ed è stato appurato che i tatuaggi, che ho riconosciuto grazie a voi, appartengono a lei. Anche la procura, con l’esame del DNA, ha confermato che quel corpo è di nostra figlia».
Kaufmann ha detto questo con freddezza, senza mostrare alcun segno di dolore o rimorso, e continua a negare ogni responsabilità pur essendo oggetto di un’ampia raccolta di prove a suo carico. Kaufmann ha anche manifestato la volontà di difendersi da solo, rifiutando gli avvocati assegnatigli, preferendo un legale cristiano, ma in Italia l’autodifesa non è prevista dal sistema giudiziario, per cui deve comunque avere un avvocato. Le dichiarazioni di Kaufmann su Anastasia sono considerate senza valore dal punto di vista processuale e appaiono come un’offesa alla memoria della giovane donna.
«Ha licenziato il suo avvocato perché ha detto che non ha abbastanza fede. Ma lui crede in Dio? È una domanda che vorrei fargli. Ma quello che penso io conta poco, sarà la giustizia a giudicarlo».
Francis Kaufmann
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