L'omicidio di Chiara Poggi
Si è a lungo parlato del delitto di Garlasco nella puntata di lunedì 11 agosto di Filorosso su Rai 3, iniziata con un ricordo di Chiara Poggi da parte di Barbara Alberti e di un suo quadro della situazione attuale. Dopo, tra gli altri, è intervenuto anche Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi. “La memoria della povera Chiara deve essere rispettata da tutti – ha detto - Noi come difesa di Alberto Stasi non abbiamo mai nominato la famiglia di Chiara e mai lo faremo. Però mischiare le guerre con il caso giudiziario è difficilmente commentabile, non c’entra nulla”.
“Sarebbe giusto se questo silenzio calasse su tutto – ha aggiunto il legale - ma la mia modesta impressione, non mi riferisco alla famiglia Poggi, è che su questa indagine ogni tanto qualcuno invoca l’oscurantismo medievale, il silenzio, nessuno deve parlare. Poi parliamo di Rimini, Trieste, tutti gli altri casi possono essere commentati. Qui invece bisognata tacere. Ma questo mi fa sperare. Parlare di Garlasco non serve a non parlare della guerra in Ucraina o del massacro in Palestina”.
De Rensis ha anche parlato del suo assistito. “Alberto Stasi – ha affermato - è sempre stato coerente, si è sempre presentato per essere interrogato, ogni volta che ha dovuto dare il dna lo ha dato. Noi dobbiamo tutelare tutti, ma visto che anche i miei colleghi hanno avuto l’onestà intellettuale di dire che questa condanna è andata oltre ogni ragionevole dubbio, non dobbiamo avere paura degli approfondimenti”.
Nel finale si è anche parlato degli orari delle telefonate di Stasi. “Prima di descrivere l’orario della morte bisogna discutere sul primo mattoncino, che è la scoperta del cadavere – ha detto Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio ricordando gli orari delle telefonate - Dobbiamo chiederci come fa Alberto a scavalcare il muretto, a dire quello che ha visto e meno di 5 minuti dopo a raggiungere la caserma dei carabinieri di Garlasco. Qui è la dimostrazione che Stasi dice una falsità. Non ha mai scoperto il cadavere di Chiara, è una menzogna, ma questo non equivale alla colpevolezza”.
Massimo Lovati
“I tempi – ha ribattuto De Rensis - sono assolutamente compatibili visto che da casa di Chiara ai carabinieri, ci sono 600 metri, tragitto compiuto in un minuto, la permandenza di Alberto in casa è stata in un minuto perché ha percorso, ha visto ed è uscito scappando. I tempi sono compatibili. Prima o poi l’indagine arriverà e riparleremo di tante cose, ma mi fa piacere che i decimi di secondo sono importanti, ma solo per Alberto Stasi, come sono importanti le sillabe e i comportamenti. Questa non uniformità mi fa ben sperare, perché invece credo ci sia molta uniformità da parte di chi indaga (la procura di Pavia, ndr)”.
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