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Il giallo

Delitto di Garlasco, orrore online: video a pagamento con l'autopsia di Chiara Poggi. Il Garante per la Privacy blocca le immagini e avvisa: "La diffusione è illecita"

"La diffusione lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari"

Giovanni Ramiri

12 Luglio 2025, 11:34

Chiara Poggi

Chiara Poggi

"Disponibile online, a pagamento, un video contenente le immagini dell'autopsia di Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco. Per questo il Garante della privacy ha adottato, d’ufficio e in via d’urgenza, un provvedimento di blocco nei confronti di un soggetto che lo ha diffuso". A scriverlo è l'agenzia Adnkronosos.

È inaccettabile, anzi, vergognoso che nel 2025 ci si trovi ancora a denunciare un simile scempio della dignità umana: è stato diffuso online, a pagamento, un video contenente le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, la giovane vittima del delitto di Garlasco. Non bastava la tragedia della sua morte né la lunga odissea giudiziaria: ora anche la spettacolarizzazione morbosa del dolore.

Il Garante per la Privacy è dovuto intervenire d’urgenza con un provvedimento di blocco nei confronti del soggetto che ha pubblicato il video, avvertendo esplicitamente che qualsiasi ulteriore diffusione sarebbe illecita e in palese violazione delle regole deontologiche del giornalismo e della normativa sulla privacy. Un richiamo chiaro e doveroso, perché questa non è informazione: è pornografia del dolore.

"Chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, ad astenersi dalla loro diffusione che - anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima - lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari", scrive il garante.

Il Garante ha invitato tutti i mezzi d’informazione e qualsiasi soggetto venga a contatto con quelle immagini ad astenersi dal diffonderle, perché rappresenterebbero una lesione gravissima non solo della dignità di Chiara, ma anche di quella dei suoi familiari. La loro sofferenza è stata strumentalizzata e violentata per l’ennesima volta, in nome del profitto e del sensazionalismo più becero.

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