Delitto di Garlasco, il mistero della Playstation: qualcuno giocava a casa Poggi? Forse c'era una seconda console attiva

Nell’ultima puntata di Chi l’ha visto?, mercoledì 9 luglio, si è tornati a osservare con attenzione la scena del delitto di Garlasco, all’interno della villetta di casa Poggi. Qui una delle prime stranezze riguarda le tre sedie posizionate in modo singolare davanti alla televisione. Le fotografie e i video d’epoca mostrano lo schermo della TV in pausa su quella che sembrerebbe essere un’immagine di un videogioco. Ai piedi dell’apparecchio si nota chiaramente la console di una PlayStation: la domanda che si pone è chi stesse usando la console la mattina del delitto.

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Un esperto tecnico interpellato dalla trasmissione ha poi spiegato che, dalle immagini analizzate, sembrerebbe che la PlayStation era spenta, ma una seconda console, un GameCube, potrebbe invece essere stata attiva in quel momento.

A intervenire in diretta è stato  il colonnello Gennaro Cassese, della compagnia di Vigevano, uno dei primi carabinieri ad arrivare a casa Poggi dopo la chiamata di Alberto Stasi. Cassese ha commentato un video inedito del 2007 in cui Stasi, parlando con Stefania Cappa, dichiara di non essere più rientrato in casa dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. Proprio questo video è stato al centro di forti polemiche.

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Questi dettagli – dalla disposizione delle sedie, all’uso delle console, fino al comportamento di Stasi e alle controversie sul video – confermano come la scena di casa Poggi sia ancora un nodo cruciale e controverso nell’intera vicenda. Durante la trasmissione è stata confermata la scoperta – già emersa nelle ultime settimane – di materiali rinvenuti: impronte, macchie e persino un capello presso l’abitazione della vittima.

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Questi elementi sono al centro del nuovo incidente probatorio in corso a Pavia. L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, torna a negare che il suo assistito fosse presente in casa Poggi la mattina del delitto: insiste che “non è mai entrato” e critica la gestione e conservazione dei reperti, chiedendo chiarimenti su come siano stati acquisiti.

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