Il caso
Alessandro Impagnatiello con l'avvocato in aula
I giudici hanno escluso l'aggravante della premeditazione nel caso di Alessandro Impagnatiello, condannato all'ergastolo per l'omicidio della compagna Giulia Tramontano, perché non hanno ritenuto provata una volontà stabile e pianificata di uccidere. In particolare, per riconoscere la premeditazione sono necessari due elementi fondamentali: uno ideologico, cioè la maturazione inequivocabile dell'intento di uccidere senza possibilità di ripensamento, e uno cronologico, ovvero un intervallo di tempo adeguato tra la decisione e l'azione omicidiaria che consenta una riflessione e una valutazione del gesto. Nel caso di Impagnatiello, i giudici hanno ritenuto che l'intervallo tra il momento in cui ha preso la decisione di uccidere (intorno alle 19:00) e l'atto omicidiario (tra le 20:30 e le 21:00) sia stato troppo breve per parlare di premeditazione, configurando piuttosto un'azione estemporanea e non pianificata.
Inoltre, non è stato riscontrato alcun piano strutturato: Impagnatiello ha utilizzato un coltello da cucina reperito sul momento e non ha preparato né scelto in anticipo l'arma o il luogo dell'omicidio. Le ricerche sul web per sbarazzarsi dei resti sono state effettuate solo dopo l'omicidio, a ulteriore conferma della mancanza di un piano preordinato.
La difesa ha sostenuto che si è trattato di un susseguirsi di errori senza alcuna pianificazione, non di un agguato premeditato, e ha sottolineato che se ci fosse stata premeditazione, l'omicidio sarebbe stato organizzato in modo più accurato, ad esempio con l'acquisto preventivo di benzina per bruciare il corpo.
Questa decisione ha suscitato indignazione nella famiglia della vittima, che ha sottolineato come Impagnatiello avesse avvelenato Giulia per mesi e avesse cercato su internet informazioni su come uccidere, ma per la legge questi elementi non sono stati ritenuti sufficienti a configurare la premeditazione.
In sintesi, l'esclusione della premeditazione si basa sulla valutazione che non vi fosse un proposito omicida radicato e persistente con un adeguato intervallo di tempo per la riflessione e la pianificazione, elementi imprescindibili secondo la giurisprudenza per riconoscere tale aggravante.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy