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Il delitto di Garlasco

Chiara Poggi, di chi è il dna nei resti della colazione e sui rifiuti. I primi risultati dell'incidente probatorio

Gran parte delle tracce appartengono alla vittima, c'è il dna di Alberto Stasi su una cannuccia

Giovanni Ramiri

26 Giugno 2025, 08:38

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Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono stati resi noti i primi risultati dell’incidente probatorio nell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, avvenuta a Garlasco il 13 agosto 2007. A diciotto anni dal delitto, le analisi genetiche dei reperti sequestrati nell’abitazione di via Pascoli sembrano confermare quanto accertato finora: sul piattino di plastica e sul piccolo sacchetto azzurro dei rifiuti sono stati rinvenuti residui di DNA appartenenti alla vittima, e nel caso del piattino si tratta di una sequenza quasi completa. Tracce di Chiara sono state trovate anche sul sacchetto dei cereali lasciato sul divano e sul quale è stato prelevato un capello o un pelo lungo circa tre centimetri.

L’unico profilo maschile individuato appartiene invece ad Alberto Stasi, fidanzato della giovane e condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione. Il dna di Stasi è stato rintracciato sulla cannuccia di plastica di un brick di Estathè, dettaglio che l’uomo aveva ammesso come possibile visto che la sera prima aveva cenato con Chiara. Le indagini continuano e, sulla base di una possibile impronta rinvenuta sul bicchiere di plastica contenente il tè freddo, la Procura di Pavia potrebbe richiedere ulteriori approfondimenti dattiloscopici.

Nel frattempo, come ricostruito dal Corriere della Sera, restano ancora diversi reperti da analizzare, tra cui alcuni fogli di acetato utilizzati nel 2007 per raccogliere impronte digitali sulla scena del crimine. Alcune di queste impronte, già risultate negative ai primi test sulla presenza di sangue, saranno oggetto di ulteriori accertamenti. In particolare, la difesa di Stasi ha chiesto di ripetere le analisi sulla cosiddetta "traccia 10", lasciata sulla parte interna della porta della villetta.

Altre due impronte, scoperte rispettivamente sullo stipite della porta che conduce alla cantina e sulla cornetta del telefono fisso macchiata dal sangue di Chiara, sono state recentemente acquisite e potrebbero risultare determinanti per chiarire alcuni punti rimasti finora oscuri nell’inchiesta sul delitto di Garlasco.

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