Nei cieli
Il relitto del volo Air India 171
l recente schianto del volo Air India 171, avvenuto il 12 giugno 2025 poco dopo il decollo da Ahmedabad, ha riacceso il dibattito su incidenti aerei provocati da azioni intenzionali dei piloti. Le prime analisi escludono guasti tecnici: entrambi i motori risultano spenti, probabilmente tramite interruttori del carburante, sollevando interrogativi su intenti deliberati o errori fatali.
Situazioni analoghe, pur rare, si sono già verificate nella storia dell’aviazione civile. Di seguito i casi più noti.
Boeing 787 in rotta Ahmedabad–Londra precipitato su un residence medico, 242 persone a bordo: 241 vittime e un solo superstite.
Le analisi preliminari suggeriscono l’interruzione volontaria o accidentale del flusso di carburante, con entrambi i motori spenti contemporaneamente .
Le autorità indiane (DGCA, Boeing) stanno valutando le scatole nere per chiarire se si tratti di errore tecnico o azione umana intenzionale.
Durante l’avvicinamento a Tokyo, il comandante Seiji Katagiri disattivò l’autopilota e attivò i reverser in volo, facendolo schiantare nei pressi dell’aeroporto Haneda, con 24 morti su 166 passeggeri. Katagiri fu poi diagnosticato come affetto da schizofrenia paranoide ed assolto per infermità mentale.
L’aereo cadde vicino ad Agadir (Marocco) dopo che il comandante prese deliberatamente il controllo dall’autopilota; rimasero vittime 44 persone.
L’aereo precipitò in un fiume a Sumatra (Indonesia): 97 vittime. In una delle inchieste l’ipotesi di suicidio volontario del capitano rimase plausibile, data l’assenza di dati dalle scatole nere.
Il Boeing 767 precipitò sull’Atlantico al largo di Nantucket, causando 217 morti. La NTSB concluse che fu provocato dal primo ufficiale, sebbene l’Egitto non avesse concordato.
Il comandante s’isolò in cabina e comandò la discesa automatica: 33 morti su 39 occupanti. Il copilota tentò invano di entrare.
Il volo MH370 decollò da Kuala Lumpur alle 00:41 ora locale, diretto a Pechino. A bordo vi erano 239 persone, inclusi passeggeri e membri dell’equipaggio.
Dopo circa 40 minuti, l’aereo scomparve dai radar civili mentre sorvolava il Mar Cinese Meridionale. Nessuna comunicazione di emergenza fu mai inviata.
Le ultime tracce radar mostrano una virata anomala verso ovest, attraversando la penisola malese e dirigendosi verso l’Oceano Indiano meridionale, lontano da ogni rotta prevista.
Il primo ufficiale Andreas Lubitz, affetto da depressione, bloccò la porta e guidò deliberatamente l’A320 contro le Alpi francesi: 150 vittime.
L’incidente ha portato a cambiamenti globali nelle procedure, tra cui la nuova regola per cui almeno due persone devono essere presenti nella cabina di pilotaggio, anche se poi non tutte le compagnie l’hanno mantenuta.
L’inchiesta sul volo Air India 171 segna un momento cruciale:
Motori spenti: la modalità in cui entrambi i motori sono rimasti senza carburante indica una possibile azione intenzionale.
Profilo dell’equipaggio: il comandante Sumeet Sabharwal (oltre 10.000 h) e il primo ufficiale Clive Kunder (3.400 h) avevano esperienza consolidata, senza precedenti medici noti.
Azioni in cabina: si attende l’analisi delle registrazioni per capire cronologia delle azioni e comunicazioni con la torre di controllo, eventuali comandi o richieste di aiuto.
La comunità dei piloti solleva dubbi: se non si evidenziano guasti, diventa fondamentale modificare lo screening psicologico, aggiornare le checklist di sicurezza in cabina e garantire meccanismi per riconoscere e bloccare comportamenti anomali.
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