Craco, il paese fantasma (Wikipedia)
Mentre le città d'arte si saturano di turisti e i voli low-cost spingono sempre più viaggiatori verso mete inflazionate, nasce un nuovo fenomeno che sta spopolando nel 2025: il “turismo fantasma”.
Non si tratta di viaggi horror o esperienze paranormali (anche se qualche brivido è garantito), ma di un trend in forte crescita sui social, in particolare su TikTok, dove l’hashtag #GhostTourism ha superato i 120 milioni di visualizzazioni.
Il termine indica viaggi organizzati (o improvvisati) verso luoghi abbandonati, dimenticati o rimossi dalle mappe turistiche tradizionali. Vecchi villaggi industriali, borghi spopolati dopo calamità naturali, hotel chiusi e mai riaperti: sono queste le nuove “gemme” cercate da giovani viaggiatori e content creator.
Secondo un report di Nomad Insight 2025, il turismo fantasma è cresciuto del +38% nell’ultimo anno, soprattutto tra i viaggiatori tra i 18 e i 35 anni.
Le ragioni sono molteplici:
Autenticità: “Voglio sentirmi il primo ad aver scoperto un posto”, spiega Luca, 27 anni, travel influencer.
Esperienze uniche: fotografare una città fantasma è molto più originale di un selfie sotto la Torre Eiffel.
Economia: molti di questi luoghi sono accessibili gratuitamente o richiedono un investimento minimo.
Sostenibilità: evitare le mete sovraffollate riduce l’impatto ambientale.
L’Italia, con il suo patrimonio immenso, offre moltissime possibilità:
Craco (Basilicata) – abbandonata per frane, oggi è un set naturale per film e visite misteriose.
Balestrino (Liguria) – il borgo medievale abbandonato e perfettamente conservato.
Consonno (Lombardia) – l’ex Las Vegas lombarda degli anni ’60, oggi simbolo di decadenza urbana.
Anche all’estero, luoghi come Varosha (Cipro) o Hashima Island (Giappone) sono diventati mete cult.
Alcuni Comuni stanno cavalcando l’onda: iniziative di “adozione dei borghi”, festival fotografici nei paesi abbandonati, pacchetti esperienziali che uniscono turismo e memoria storica. Il tutto con un’attenzione crescente alla sicurezza e al rispetto dei luoghi.
Non mancano i rischi: vandalismi, ingressi illegali in strutture pericolanti, mancanza di regolamentazione. Le autorità locali chiedono interventi normativi per gestire questo boom con criteri di sicurezza e sostenibilità.
Conclusione
Il turismo fantasma non è solo una moda passeggera: è una risposta culturale al turismo di massa, alla ricerca di silenzio, mistero e autenticità. Per alcuni è evasione, per altri è riscoperta. Per tutti, è un’occasione per vedere il mondo da un’altra prospettiva: quella dei luoghi che nessuno guarda più.
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