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Scuola

Maturità 2025, prima prova. Pasolini, Borsellino, Pievani e Tomasi di Lampedusa tra le tracce per il tema di italiano

Giovanni Ramiri

18 Giugno 2025, 09:11

Iniziano oggi gli esami di maturità

Iniziano oggi gli esami di maturità

Mercoledì 18 giugno 2025. Con la prima prova di italiano, più di mezzo milione di studenti ha inaugurato l’Esame di Stato. L’atmosfera, come ogni anno, è quella densa di emozioni, tensione e aspettative. Ma le tracce proposte dal Ministero non sono solo un test scolastico: sono anche uno specchio del tempo in cui viviamo, un invito a ragionare sul nostro passato, ma soprattutto sul presente.

A colpire immediatamente è la scelta degli autori per l’analisi del testo: Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Due voci lontane nel tempo, ma unite da una lucidità impietosa nel raccontare l’Italia. Il brano pasoliniano, tratto da "Appendice 1" del suo Diario, è un testo poetico che costringe lo studente a confrontarsi con un linguaggio carico di stratificazioni, dove la dimensione personale si intreccia alla riflessione politica e morale. Un esercizio non semplice, che chiede più della comprensione letterale: serve intuizione, sensibilità e coraggio interpretativo. Il passo de Il Gattopardo, invece, affonda nel cuore del Risorgimento, restituendo uno spaccato di trasformazioni storiche che sembrano parlare anche all’Italia odierna, con il suo eterno tentativo di cambiare restando uguale. Lampedusa, con la sua prosa raffinata, chiede ai maturandi di entrare in punta di penna in una riflessione sul tempo, sulla nobiltà che decade e su ciò che resta.

Ma è nella sezione del testo argomentativo che il collegamento con l’attualità si fa più evidente. Una delle tracce ruota intorno alla parola "rispetto", concetto tanto abusato quanto urgente. Il brano da cui si parte è di Riccardo Maccioni, firma del quotidiano Avvenire, che invita a riscoprire il valore autentico del rispetto, non come forma esteriore, ma come principio fondante della convivenza. Non si tratta solo di educazione o cortesia, ma di una postura etica verso l’altro, verso il diverso, verso la fragilità.

Non mancano poi i riferimenti alla storia e alla scienza. Un testo di Telmo Pievani invita a riflettere sul cambiamento climatico e sul ruolo dell’immaginazione scientifica, mentre un’altra proposta si interroga sull’efficacia delle grandi politiche pubbliche, partendo dal New Deal di Roosevelt per arrivare alle sfide economiche del presente. È una chiamata alla responsabilità, una spinta a connettere ciò che si studia a scuola con ciò che accade fuori dalle aule.

I due temi di attualità, infine, sono forse quelli che più mettono alla prova l’identità degli studenti. Il primo, legato a una frase del giudice Paolo Borsellino — “I giovani, la mia speranza” — è un omaggio alla legalità, ma anche una richiesta chiara: quale ruolo possono e devono avere le nuove generazioni nella costruzione di un’Italia più giusta? La seconda traccia, su un articolo di Anna Meldolesi e Chiara Lalli, affronta la cultura dell’indignazione online, analizzando come l’iper-reattività sui social possa trasformarsi in un rumore costante che banalizza le battaglie civili. Una sfida delicata, che implica conoscenza, ma soprattutto onestà intellettuale.

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