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Il personaggio

Alessandro Orsini: "Hanno augurato la morte a me e alla mia famiglia. Non ho più potuto portare al parco il mio bimbo di 4 mesi e mezzo per aver detto la verità sulla guerra tra Russia e Ucraina"

Giovanni Ramiri

27 Maggio 2025, 09:52

Alessandro Orsini

Alessandro Orsini

“A causa della campagna di odio scatenata contro di me per aver detto cose vere sull'Ucraina io non ho più potuto portare il mio bimbo di 4 mesi e mezzo al parco pubblico”. A dirlo è il professor Alessandro Orsini, durante la presentazione del suo ultimo libro alla libreria Mondadori in via Cola di Rienzo a Roma (QUI IL VIDEO DEL SUO INTERVENTO). Orsini fin dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, ha avuto posizioni iper critiche nei confronti delle politiche della Nato e degli Stati Uniti, invitando sempre a perseguire la strategia del negoziato con la Russia. Per questo si è scontrato regolarmente con quasi tutto il mainstream, con accesi litigi in tv e polemiche pubbliche.

 “Per mesi – ha aggiunto Orsini – venivano persone a insultarmi pesantemente con minacce alla mia famiglia per strada, davanti a testimoni. Una volta stavo passeggiando in una città, non dirò quale perché la amo troppo, dove c’era un grande mercato. Ero in una strada stretta, completamente bloccata dalle auto: un ragazzo scende da una bicicletta e inizia a insultarmi davanti a tutti in maniera molto violenta, con insulti tra cui propagandista e manipolatore, urlando e augurando la morte a me e alla mia famiglia, per tutto il male che avrei fatto alla gente. Ecco la campagna d’odio nei miei confronti a cosa è servita”.

“Poi si sono accorti che non funzionava – ha aggiunto il professore - perché non avevo paura. Hanno distrutto la mia carriera accademica: ho ottenuto l’idoneità di professore ordinario nel 2020, ma mi è stato detto che non diventerò mai professore ordinario.  Ma non ho paura perché sono un etnografo, abituato a incontrare e intervistare terroristi pluriomicidi** e a fare ricerche pericolosissime. Ecco perché hanno fatto una campagna d’odio contro di me, per mesi non sono potuto uscire di casa e per anni non ho potuto fare iniziative come questa”.

“Sono dovuto andare nei teatri – ha detto ancora Orsini - perché all’epoca l’esito della guerra non era ancora chiaro. Io avevo detto che dovevamo trattare perché altrimenti Putin avrebbe distrutto l’Ucraina, e i miei hater dicevano il contrario. Se avessi fatto eventi pubblici sarebbero venuti i miei hater e non mi avrebbero fatto parlare. Questa è una società libera?”.

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