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GROSSETO

Il viaggio della memoria degli studenti del Polo Bianciardi nei luoghi italiani della deportazione

Roberto Bata

07 Aprile 2025, 22:28

Il viaggio della memoria degli studenti del Polo Bianciardi nei luoghi italiani della deportazione

Gli studenti del Polo Bianciardi di Grosseto hanno partecipato al viaggio della memoria nei luoghi italiani della deportazione nazifascista. È stato un pellegrinaggio di quattro giorni, in pullman, che ha coinvolto poco meno di 150 persone, ottantuno studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado toscane con 25 professori che hanno partecipato ai corsi di approfondimento organizzati dalla Regione, 21 istituti a rappresentare l’intera Toscana, insieme con l’assessore regionale all’Istruzione e alla cultura della memoria Alessandra Nardini, Ugo Caffaz (che 23 anni fa ha fatto nascere il treno toscano della memoria) e una testimone diretta della Shoah, Andra Bucci, sopravvissuta con la sorella Tatiana a Birkenau quando avevano quattro e sei anni. Con loro, rappresentanti della Fondazione Museo e Centro di documentazione della deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, che ha organizzato il viaggio, e rappresentanti degli altri istituti storici toscani della Resistenza e dell'età contemporanea, della comunità ebraica, delle associazioni antifasciste e della Resistenza toscane, come Anpi, Aned, Anei e Anfim.

Prima tappa a Fossoli, a due passi da Carpi, nella campagna modenese, dove sorgono ventisei baracche in mattoni rossi che ancora rimangono delle quasi cento che c’erano, distribuite su 15 ettari. Poi due giorni a Trieste, dove sorge il campo della risiera di San Sabba. 

“L’Italia a differenza di altri Paesi non ha saputo fare fino in fondo i conti con la propria storia – sottolinea l’assessore Alessandra Nardini –: per questo abbiamo deciso di ripartire con i nostri pellegrinaggi di Memoria proprio dai luoghi dove tutto è iniziato nel nostro Paese, per fare chiarezza e raccontare la verità sulle responsabilità del fascismo”.

A Fossoli il primo giorno studentesse e studenti hanno visitato il campo di concentramento e poi, a Carpi, il Museo monumento al deportato. Hanno incontrato lo storico Carlo Spartaco Capogreco che ha studiato i campi di internamento civile voluti dal Duce tra il 1940 e 1943 e quelli di concentramento e deportazione della Repubblica sociale di Salò. “Partiamo da qui – prosegue l’assessore Nardini – perché vogliamo sottolineare le responsabilità indelebili del fascismo e perché quel pezzo di storia non può essere né riscritto né cancellato o negato. Lo facciamo perché vogliamo che studentesse e studenti possano conoscere la storia e crescere come cittadine e cittadini consapevoli. Lo facciamo insieme alle e ai docenti toscani che hanno scelto di partecipare al percorso di formazione finanziato in questi mesi dalla Regione”. “Tenere viva la Memoria – conclude - crediamo che sia un dovere per le istituzioni, a tutti i livelli, a maggior ragione di fronte ai pericolosi rigurgiti nazifascisti a cui assistiamo e alle guerre che insanguinano il mondo, per educare le giovani generazioni ad essere costruttrici di pace”.

“È importante essere qui – dice Sofia Canovaro, studentessa dell’isola d’Elba, presidente del Parlamento degli studenti della Toscana – per poter camminare sulla storia, che non può rimanere solo sui libri ma deve diventare un percorso vivo per conoscere le lezioni del passato e cercare di non ripeterlo nel futuro. Vedere questi luoghi di detenzione e da cui si partiva per Auschwitz o altri lager ci tocca nel profondo. É un colpo allo stomaco. Ma è importante essere qui per ripartire dai valori che si oppongono a quegli orrori, gli orrori del nazifascismo, e costruirci il futuro”.

“In fondo – annota Ugo Caffaz – Auschwitz è dentro di noi e dobbiamo capirlo: conoscerlo per lo meno. Lo diceva Primo Levi, che non ha retto al peso di tutto quello che ha patito e non escludo che non abbia retto anche al negazionismo e riduzionismo storico che stava crescendo”.

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