Un piccolo oggetto, certo. Ma una rappresentazione chiara di anni di note, di respiri, di emozioni. In quel momento i due artisti hanno omaggiato la musica di chi ha suonato lo strumento con passione. In quel passaggio, silenzioso ma intenso, il pubblico ha percepito il rispetto tra generazioni, l’incoraggiamento sincero, l’idea che la musica non si possiede: si condivide.
Lucio ha preso l’armonica con mani timide ma occhi brillanti. Un attimo di esitazione, poi quel primo soffio. Puro, imperfetto, vero. Come la bellezza delle cose semplici. Un gesto che non era previsto, e che da regolamento non sarebbe dovuto accadere: Lucio, infatti, non era autorizzato a suonare sul palco. Ma in quell’attimo, il rispetto per la musica e la spontaneità hanno superato ogni formalità. E nessuno si è alzato per fermarlo.
L’armonica a bocca è uno strumento semplice all’apparenza, ma capace di emozioni profonde. È stata protagonista in tante canzoni della tradizione popolare e della musica d’autore italiana. Da Fabrizio De André a Francesco De Gregori, da Edoardo Bennato a Angelo Branduardi, l’armonica ha dato voce a malinconie, speranze e racconti di vita.
Uno strumento che vibra direttamente con il respiro di chi la suona; forse il modo più diretto che la musica ha per parlare al cuore.