Grosseto
Un piccolo Lucio Corsi con alcuni compagni di classe
È il 2007, aula della 3ªD della scuola media Vico di Grosseto. Una vecchia foto di classe, come tante, rispunta fuori dai cassetti della memoria grazie a una ex compagna che oggi la condivide con affetto e un pizzico di nostalgia. Al centro dello scatto — tra volti ancora acerbi e pose divertite — c’è lui, Lucio Corsi. Ancora “micro”, come lo definisce ironicamente la ragazza, ma già riconoscibile nella sua unicità: maglietta a righe, espressione bonaria e un certo sforzo evidente nel voler essere un duro.
È una fotografia tenera e allo stesso tempo profetica. Chi conosce oggi Lucio Corsi, artista originale, visionario e sempre un passo fuori dal coro, non fatica a immaginare quel ragazzo di terza media come un’anima già profondamente creativa. Già allora, scrive la compagna, “era il più personaggio di tutti”, circondato da volti pittoreschi, ma con un’aura particolare, come chi già porta dentro qualcosa di diverso, di artistico, di poetico.
La foto è molto più di un semplice ricordo scolastico: è un frammento di un tempo in cui tutto era ancora in potenza. Nessun palco, nessun videoclip onirico, nessuna intervista, solo un ragazzino grossetano tra i banchi di scuola, che forse già sognava mondi lontani e melodie bizzarre.
Oggi Lucio Corsi è uno degli artisti più amati del panorama musicale italiano, con uno stile inconfondibile che mescola glam rock, tradizione e immaginazione sfrenata. Ma quella foto — con quella maglietta a righe e quell’espressione da piccolo ribelle — ci ricorda che anche le stelle iniziano come tutti gli altri: sedute in terza fila, con un diario, qualche sogno e la voglia di farsi notare.
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