Tennis
Alexander Bublik
Sul campo da tennis, dove l’ossessione per la perfezione tecnica regna sovrana, Alexander Bublik è un’anomalia necessaria. In un’epoca dominata da colpi chirurgici e menti programmate per la vittoria a ogni costo, il kazako gioca come se ogni punto fosse un numero da circo, una provocazione, una dichiarazione di libertà.
Nato in Russia ma cresciuto sportivamente sotto la bandiera del Kazakistan, Bublik non è mai stato soltanto un tennista. È un artista dell’imprevedibilità, un pensatore laterale armato di una racchetta. Serve dal basso nei momenti più inaspettati, colpisce con colpi smorzati millimetrici seguiti da ace a 220 km/h, e alterna genialità a disastri con la naturalezza di chi sa che il tennis non è solo un lavoro: è un gioco.
"Non mi piace il tennis," ha dichiarato in passato, con una sincerità che ha fatto alzare più di un sopracciglio nel circuito. Ma proprio in quell’apparente disinteresse si nasconde forse il suo segreto. Non gioca per compiacere il sistema, gioca per sfidarlo. E, così facendo, Bublik è diventato una figura cult tra i fan più esigenti, quelli stanchi del conformismo e affamati di autenticità.
La sua carriera è costellata di alti e bassi, certo, ma anche di momenti di puro genio. Quando è ispirato, può mettere in crisi chiunque. Non perché segua uno schema preciso, ma perché non ne segue nessuno. È caos controllato, talento puro lasciato libero di esprimersi. E quando quella libertà esplode in una vittoria — come nelle sue imprese contro top 10 — il tennis tutto si ricorda di quanto possa essere bello, quando non è solo una questione di statistica e controllo.
Emblematica, in questo senso, è stata la sua recente sfida al Roland Garros 2025 contro Jannik Sinner. Sul Philippe Chatrier, Bublik non ha affrontato solo uno dei giocatori più solidi e disciplinati del circuito: ha affrontato l’ideale opposto del suo tennis. Sinner è rigore, costruzione, perfezione geometrica. Bublik è estro, rottura, imprevedibilità. Finale 6-1, 7-5, 6-0. E il destino ha voluto che, a meno di un mese di distanza, i due si ritrovassero faccia a faccia di nuovo, questa volta sull’erba rapida di Halle. Oggi, 19 giugno, va in scena un altro capitolo del loro confronto, in un ambiente radicalmente diverso. Sul verde tedesco, dove il gioco si fa più veloce e istintivo, il tennis di Bublik ha ripreso respiro. Qui, il suo servizio esplosivo e le variazioni estreme trovano terreno fertile, ed è proprio su questa superficie che, due anni fa, riuscì a sorprendere Sinner. Il match odierno è stato anticipato come una prova di equilibrio tra due mondi inconciliabili: da un lato la macchina ben oliata, dall’altro il funambolo che non si piega mai del tutto alla logica.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy