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POLITICA

Il fronte dei "secessionisti" cresce: dopo Talamone, anche Fonteblanda. "Chiediamo un referendum"

È nato un altro comitato cittadino che chiede il passaggio all'Amministrazione di Magliano in Toscana

Roberto Bata

20 Dicembre 2025, 19:48

Il fronte dei "secessionisti" cresce: dopo Talamone, anche Fonteblanda. "Chiediamo un referendum"

Fonteblanda

Dopo Talamone, anche Fonteblanda. A Orbetello cresce il fronte dei "secessionisti" che chiedono di lasciare l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Casamenti per accasarsi sotto le insegne del Comune di Magliano in Toscana. E nasce un nuovo comitato cittadino che chiede "il ritorno verso le radici storiche dell’entroterra" e si rivolge alla Regione Toscana affinché indica "un referendum".

"Questa richiesta per consultare i cittadini – dichiara la portavoce del comitato Secessione Fonteblanda, Ilenia Cherubini – è sostenuta da motivazioni che esulano da appartenenze e schieramenti politici o partitici, anche perché negli ultimi 20 anni sia destra che sinistra si sono alternate al governo del Comune ma per noi nulla è cambiato. Essere annessi a Magliano in Toscana è una scelta consapevole che ha solide basi. Intanto in epoca etrusca e medievale queste terre formavano un unico corpo: nell'aspetto geografico il territorio si presenta con i suoi confini naturali, basta infatti osservare il fiume Osa o la strada dell'Osa. Ma non solo: riguardo l'aspetto economico e socioculturale condividiamo la stessa tipologia di territorio con aziende agricole e attività locali rurali e biologiche, abbiamo un modello di sviluppo economico uguale basato sostanzialmente su agricoltura, turismo e accoglienza, tutte azioni che non possono essere intraprese se non c'è da parte dell'Amministrazione una particolare cura degli interessi, luoghi e servizi. Orbetello vive sostanzialmente attorno alla sua laguna ed ha priorità diverse, Fonteblanda invece vive di un turismo che davvero guarda più al modello collinare".

"Il numero di abitanti tra Talamone e Fonteblanda – proseguono – corrisponde a circa 1.500 persone, troppo poche per essere ascoltate dall'Amministrazione attuale che ha da considerarne 13.500 escluso noi, con problematiche complesse come la moria dei pesci, i vari problemi della laguna, le infestazioni d'insetti, eccetera. La nostra forza di presenze costituirebbe, infatti, un'opportunità per il Comune di Magliano, e per noi, venendosi a creare investimenti più concreti e mirati per il nostro territorio. Fonteblanda e Talamone diventerebbero il suo unico sbocco al mare e ne gioverebbe il turismo, le attività, i servizi, risorse queste per tutti noi, saremmo il fiore all'occhiello dell'offerta turistica di un Comune che sul turismo spinge tanto. È evidente che negli ultimi vent'anni il Comune di Orbetello non ha puntato sullo sviluppo delle nostre frazioni, non ha valorizzato la ricchezza naturale di cui è dotato il nostro territorio: basti pensare alle terme, un'opera soffocata dal cemento, un'importante opportunità abbandonata, oppure ad un collegamento ciclopedonale fattibile tra Talamone fino all'Osa, promessa e mai realizzata, una legittima e accessibile apertura al parco, con tanto di segnaletica, dal nostro versante, una mancata gestione annuale del decoro urbano e infine la gravissima incuria a cui sono state sottoposte negli anni ricchezze come la Rocca, siti archeologici e accessi al mare, che rischiano tutti di franare e scomparire. Gli ultimi anni sono stati sempre più complessi e tutto questo ha portato la chiusura di diverse attività, la riduzione dei servizi, un periodo purtroppo sempre più ridotto del lavoro turistico concentrato in due mesi scarsi e la svalutazione delle seconde case". 

"In base a tutto questo – conclude – appare sempre più chiara l'esigenza di unirsi al Comune di Magliano, realtà per la quale le nostre frazioni, a prescindere da chi governerà, saranno sempre un valore aggiunto su cui puntare. Questa scelta merita davvero di essere condivisa con un referendum: una richiesta che si ripete periodicamente da anni, quindi esigenza vera di questa porzione di territorio che non può essere derisa con sufficienza o soffocata. Lasciare la scelta a noi cittadini significherebbe, in un caso o nell'altro, mettere una parola fine sull'argomento una volta per tutte".

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