Televisione
Roberta Petrelluzzi
Questa sera, nel cuore della notte di Rai 3, va in onda una nuova e intensa puntata di Un giorno in pretura, trasmissione simbolo del racconto giudiziario italiano, ideata e condotta da Roberta Petrelluzzi. L’appuntamento è fissato per le 23:15. Protagonista assoluta è la drammatica vicenda di Ambra – all’anagrafe Salvatore Dentamaro – una storia che scuote per brutalità, solitudine e rivelazioni inattese.
La puntata si apre sugli ultimi istanti della vita di Ambra, una donna transgender di quarant’anni che si prostituiva sul lungomare di San Giorgio a Bari. Trovata senza vita nella propria auto, accanto a sé soltanto biancheria e scarpe da donna: il colpo che mette fine alla sua esistenza arriva in una notte di marginalità e silenzi, gettando un’intera comunità nel sospetto e nel dolore. Dietro l’ultimo soprannome scelto per se stessa si cela un’esistenza offesa, fatta spesso di doppie vite, abbandoni e un’identità messa in discussione persino dai parenti più stretti.
Un giorno in pretura perlustra le aule del tribunale con la telecamera immobile e lo sguardo empatico, seguendo rassegnate ricostruzioni, pianti e rabbie, fino a ricomporre la trama di un processo che supera il singolo imputato e investe la stessa società: chi è l’assassino, ma soprattutto chi sono i colpevoli morali di una morte che per molti non ha voluto risposte semplici? I dettagli processuali si intrecciano a particolari umani dolorosi: abiti femminili ritrovati nell’abitacolo, il ruolo controverso degli ultimi clienti della vittima, le testimonianze contraddittorie di chi abitava la sua stessa notte. Ogni udienza svela quanto sia difficile stabilire una verità in grado di restituire finalmente giustizia e dignità a una persona considerata da molti, a torto, “invisibile”.
Il lavoro della produzione dà ritmo “a presa diretta” ai giorni convulsi tra l’arresto di un sospettato – individuato grazie a una segnalazione anonima – e il confronto in aula tra accusa e difesa: la narrazione non indugia mai sulla morbosità, ma insiste sul valore umano, sociale e culturale di questa morte, e invita gli spettatori a riflettere profondamente sulle responsabilità condivise. Il processo ad Ambra diventa, in questo modo, anche il processo a una società incapace di accogliere, che si volta troppo spesso dall’altra parte davanti alla sofferenza e alle vite ai margini.
La trasmissione, con la consueta sobrietà e rigore, affianca la cronaca giudiziaria al racconto biografico: la conduttrice ripercorre le tappe della vita difficile di Ambra/Salvatore Dentamaro, sottolineando il bisogno di ascolto e accoglienza, e regalando uno spazio di memoria e verità a una figura dimenticata troppo presto. Nel corso della serata, la regia alterna le voci delle indagini, i momenti delle udienze, le emozioni dei testimoni e le reazioni del pubblico in aula, restituendo profondità e umanità alla narrazione.
Un giorno in pretura si conferma così come uno degli ultimi bastioni del giornalismo d’inchiesta televisivo, capace di abbattere la distanza fra chi osserva e chi vive sulla propria pelle la tragedia; un laboratorio di pensiero critico dove la ricerca della verità va di pari passo con la difesa della dignità umana e la denuncia, rigorosamente documentata, degli errori, dei pregiudizi e della solitudine che ancora oggi marchiano a fuoco le vittime più deboli della società italiana. Questa puntata rappresenta un invito esplicito a non smettere mai di guardare, ascoltare e cercare la giustizia, anche e soprattutto dove sembra più difficile da trovare.
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