In tv
Riccardo Iacona
uesta sera, domenica 7 settembre, alle 20:30 su Rai 3, torna “Presa Diretta” con Riccardo Iacona. È una serata speciale perché si apre con due momenti distinti ma legati dallo stesso filo rosso: l’urgenza di guardare il mondo e il nostro Paese senza filtri, con la lucidità di un’inchiesta che non concede scorciatoie. Prima c’è l’appuntamento di “Aspettando Presa Diretta”, che mette subito al centro la vicenda di Julian Assange, la sua lunga detenzione e la liberazione dopo quattordici anni. Un tema che parla di libertà, di diritti negati, di giornalismo perseguitato: il modo migliore per ricordare al pubblico che informare può costare caro, e che raccontare la verità resta un atto rivoluzionario.
Julian Assange
Subito dopo, prende corpo la puntata intitolata “La grande ricchezza”, un viaggio nel cuore delle disuguaglianze italiane. Iacona e la sua squadra mostrano come il divario tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza stia crescendo a dismisura, mettendo a rischio la coesione sociale. Si parlerà di patrimoni sterminati che restano invisibili, di un sistema fiscale che non riesce a riequilibrare il peso, di vite quotidiane schiacciate da stipendi insufficienti e da servizi che non riescono più a reggere la domanda. È un racconto che non si limita a mostrare le cifre, ma dà un volto a quella forbice che separa il lusso esagerato di pochi dalla precarietà dei molti.
“Presa Diretta” non è un programma come gli altri. Nato nel 2009, ha sempre scelto la strada più difficile: quella dell’approfondimento, della lentezza necessaria a capire, della complessità che non può essere ridotta a un titolo o a un talk urlato. Nel corso degli anni ha attraversato temi delicatissimi, dall’ambiente alla politica, dall’economia al sociale, diventando un punto di riferimento per chi crede che il giornalismo debba ancora avere il coraggio di scavare sotto la superficie. Ogni stagione ha consolidato la sua identità, ogni puntata ha riaffermato che raccontare i problemi significa anche assumersi la responsabilità di non girare lo sguardo dall’altra parte.
La scelta di aprire la nuova edizione con due inchieste così forti non è casuale. Da un lato, la storia di Assange è il simbolo globale di un’informazione sotto attacco, un monito per tutti coloro che credono ancora nella libertà di stampa. Dall’altro, il tema della ricchezza e delle disuguaglianze è la ferita interna di un’Italia che rischia di spezzarsi tra chi ha accesso a tutto e chi lotta per il minimo. Due mondi apparentemente lontani, ma uniti da una stessa urgenza: ricordarci che la giustizia, senza informazione e senza equità, non può esistere.
Stasera, “Presa Diretta” non offrirà solo televisione, ma un’esperienza di immersione totale nella realtà. Sarà un invito a guardare in faccia i problemi, a discutere senza slogan, a riconoscere che dietro i numeri ci sono persone, famiglie, vite intere. È il ritorno di un programma che non si limita a denunciare, ma che cerca di costruire coscienza civile. E nel panorama televisivo odierno, questa resta la sua forza più grande.
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