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La bambina che non voleva cantare stasera 18 agosto: nella Toscana degli anni Sessanta la voce meravigliosa di una bambina. Trama e cast

Giovanni Ramiri

18 Agosto 2025, 09:02

La bambina che non voleva cantare stasera 18 agosto: nella Toscana degli anni Sessanta la voce meravigliosa di una bambina. Trama e cast

Tecla Insolia interpreta Nada

In una serata di calore estivo, su Rai 1 alle 21:30 di lunedì 18 agosto 2025, prende vita sul piccolo schermo un racconto emozionante e ricco di poesia: La bambina che non voleva cantare. Questa delicata voce narrativa, firmata dalla regista Costanza Quatriglio, ci conduce nella Toscana degli anni Sessanta, tra vigne e campagna, dove una bambina scopre un dono capace di accendere speranza anche nei cuori oscurati dalla sofferenza materna.

Nada, così la chiama la pellicola, è una giovane ragazza della provincia che, mosso da un’intima necessità, custodisce un meraviglioso talento. La sua voce emerge non come frutto della volontà personale, ma quasi come un filo di luce capace di rischiarare la depressione della madre, Viviana, un dolore silenzioso documentato con intensità. È proprio l’incontro con suor Margherita, educatrice corale, a far scoprire che quella voce, che inizialmente sembrava un rifiuto, è invece una possibilità—un ponte tra solitudine e redenzione.

Quatriglio dipinge questo percorso con delicatezza, unendo in maniera armoniosa le ombre dell’infanzia con i primi impulsi artistici di una ragazzina destinata a diventare un’icona della musica italiana. Nulla appare forzato: il dramma familiare e l’emergere del talento si equilibrano in un racconto di crescita che pulsa di autenticità ed emozione.

Sul set, la giovane Tecla Insolia interpreta Nada adolescente con una grazia che cattura, mentre Carolina Crescentini dà corpo e intensità alla figura della madre, rendendo ogni silenzio e ogni emozione un luogo palpabile. Il film, liberamente ispirato all’autobiografia di Nada Malanima, e alla testimonianza del suo rapporto con la musica e con la madre, sa toccare temi universali: la paura dell’abbandono, la fragilità dell’amore materno, il coraggio di farsi voce nonostante la resistenza interiore.

È questa tensione tra voce e silenzio, tra dolore e guarigione, che rende il film un’esperienza cinematografica potente e contemporaneamente intima. La scelta di puntare non su un biopic celebrativo ma su un racconto di formazione personale conferisce al lavoro una profondità rara, capace di parlare a chiunque abbia cercato, nelle proprie difficoltà, una via di riscatto.

In questa sera del 18 agosto, dunque, lo schermo si trasforma in un luogo dove la musica non è solo concerto, ma cura, memoria, respiro. La bambina che non voleva cantare non è solo un film da guardare, ma da ascoltare con l’anima—perché a volte il canto più potente nasce da ciò che si vorrebbe evitare.

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