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Il personaggio

Fabio Concato ha il cancro: "Mi sto curando con molta fiducia e sono tranquillo". L'annuncio choc di uno dei cantautori italiani più amati

"Devo dirvi che sono stato costretto a interromper i concerti a fine giugno"

Giovanni Ramiri

14 Agosto 2025, 22:42

Fabio Concato ha il cancro: "Mi sto curando con molta fiducia e sono tranquillo". L'annuncio choc di uno dei cantautori italiani più amati

Fabio Concato (Instagram)

"Cari Amici, devo dirvi che sono stato costretto a interromper i concerti a fine giugno a causa di un tumore. Mi sto curando con molta fiducia e sono tranquillo. Appena possibile sarà mia premura aggiornarvi in proposito. Intanto ringrazio infinitamente tutti coloro che mi hanno scritto manifestando la loro apprensione e il loro affetto. Ci sentiamo presto e vi abbraccio. FabioC." È il post con cui Fabio Concato, uno dei cantautori italiani più amati, annuncia sul suo profilo Facebook la lotta contro la malattia e la pausa forzata a cui è stato costretto.

Fabio Concato, nato Fabio Piccaluga a Milano nel maggio del 1953, trascende da sempre l’etichetta di semplice cantautore: è erede di una linfa artistica che unisce rigore poetico e sensibilità musicale. Il padre, chitarrista jazz, e la madre, poetessa e giornalista, gli trasmisero un’eredità creativa che si riverbera in ogni sua nota. Il nome d’arte che sceglie — Concato — non è casuale: è un omaggio a sua nonna, un piccolo gesto che riflette la delicatezza che permea la sua intera carriera.

Il palcoscenico è il cuore della sua espressione artistica. Fra gli anni Settanta e Ottanta, si fa notare per l’ironia lieve e raffinata con cui racconta volti, momenti e malinconia quotidiana. Debutta nel 1977 con “Storie di sempre”, dove emerge subito la sua vena giocosa e affettuosa nel brano “A Dean Martin”. Poco dopo approda alla Philips con "Zio Tom" (1979), un lavoro originale e surreale, costellato di umorismo intelligente, con qualche eccentrico grammelot partenopeo e la partecipazione dell’armonicista Toots Thielemans.

Nel 1982 la svolta: “Una domenica bestiale” non è solo un successo radiofonico, ma una conquista duratura nell’immaginario collettivo. Il suo disco omonimo definisce un linguaggio musicale fatto di trasparenza, eleganza e un’intensità poetica che affascina il pubblico. Seguono anni fortunati con altri brani che s’incidono nell’affetto della gente, come “Fiore di maggio”, una canzone senza tempo e meravigliosa, “Rosalina” e “Guido piano”: canzoni che, dietro un’apparente semplicità, custodiscono sorprese emotive.

La sua musica mantiene sempre un saldo rapporto con il mondo: nel 1988 “051/222525” diventa anche veicolo di solidarietà, legato all’impegno per Telefono Azzurro. Negli anni Novanta, invece, reinterpreta il suo universo sonoro in chiave più ambiziosa: “Giannutri” (1990), prodotto da Phil Ramone a Parigi, è un album sospeso tra ‘belcantare’ e cosmopolitismo, dove si alternano delicatezze come “Speriamo che piova” e riflessioni più intime.

I primi anni Duemila lo vedono esplorare la tenerezza del jazz raffinato: il disco “Ballando con Chet Baker” (2001) rende omaggio al lirismo del trombettista statunitense e raccoglie l’esperienza intimista e brasiliana di Concato. Da lì in poi il suo percorso è solido e coerente: alterna raccolte, album di inediti, rivisitazioni dei propri classici e collaborazioni sentite. “Tutto qua” arriva nel 2012, seguito dopo alcuni anni da “Non smetto di ascoltarti” (2016), realizzato insieme al pianista Julian Oliver Mazzariello e al trombettista Fabrizio Bosso, in cui i suoi brani diventano piccoli gioielli jazz.

La sua sensibilità non si è mai spenta: nel 2017 pubblica “Gigi”, omaggio struggente ai suoi successi rivestiti da nuovi arrangiamenti, mentre nel 2021 esce “Musico ambulante”, un album che miscela nuovi brani a vecchie gemme, in un dialogo tra presente e memoria. Durante la pandemia dà voce alla sua Milano con “L’umarell”, brano in dialetto milanese che diventa gesto solidale e gli vale l’onorificenza dell’Ambrogino d’oro.

Un’altra traccia di affetto la lascia nel 2022 partecipando a un album tributo a Enzo Jannacci, e conquistando nello stesso anno il prestigioso Premio Tenco, riconoscimento all’eccellenza nella canzone d’autore. Nel 2025 fa parlare di sé con il singolo “Automobilisti”, realizzato con Federico Stragà, segno che la sua creatività continua a cercare nuove strade. Recentemente, con grande riserbo, ha condiviso la notizia di dover interrompere i concerti per motivi di salute, rivelando di essere malato e invitando sostegno e silenzio rispettoso.

Fabio Concato è così: uno di quei pochi artisti che il tempo sembra non scalfire, perché ha saputo trasformarlo in poesia, in note, in gentilezza. Oggi la sua voce resta delicata ma viva, come un filo sincero che attraversa la vita di tanti.

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