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Cronaca

Addio ad Arnaldo Pomodoro, scultore dell’anima e poeta del bronzo: si è spento a 99 anni

Il grande maestro delle sfere di bronzo si è spento nella sua casa di Milano. Amante della Maremma, ha trasformato la materia in visione e lasciato un’impronta eterna nell’arte contemporanea. Tra i primi a salutarlo con commozione e poesia, il cantautore Giovanni Caccamo

Carolina  Brugi

24 Giugno 2025, 09:30

Morto Arnaldo Pomodoro, scultore di fama mondiale amante della Maremma

Morto Arnaldo Pomodoro, scultore di fama mondiale amante della Maremma

Il mondo dell’arte piange uno dei suoi giganti. Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura contemporanea, si è spento nella notte di domenica 22 giugno 2025, nella sua casa milanese, alla vigilia dei suoi 99 anni. Nato il 23 giugno 1926 a Montebello di Romagna, Pomodoro lascia un’impronta indelebile nella storia dell’arte mondiale. Iconiche le sue sfere di bronzo, spaccate e perfette, simbolo di un’umanità in bilico tra ordine e disgregazione.

La notizia della sua scomparsa ha scosso profondamente il panorama culturale internazionale.

«Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie - commenta Carlotta Montebello, direttrice generale della Fondazione che porta il suo nome -. Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa».

Arnaldo Pomodoro con una delle sue opere

Prima orafo, poi scultore capace di rivoluzionare il linguaggio materico e visivo della seconda metà del Novecento, Pomodoro ha saputo costruire un ponte tra forma e significato, tra sperimentazione e memoria. Dal 1954, anno del suo trasferimento a Milano, ha iniziato a dare vita alle sue complesse “trame segniche”, spaziando tra la bidimensionalità della superficie e l’esplorazione tridimensionale del volume. Ogni sua opera è una ferita che rivela il cuore pulsante della materia.

Ma oltre all’artista, dietro le luci della notorietà internazionale, viveva l’uomo. Schivo, gentile, profondamente legato alla terra. Con la moglie Livia e il cane Terra, Pomodoro amava trascorrere lunghi periodi nella villa di Fornacette. Era lì che trovava pace e ispirazione, immerso nel silenzio di una natura aspra e autentica, lontano dal clamore delle grandi città. Amava la Maremma, dove Pomodoro non era solo il maestro riconosciuto nel mondo: era il gentiluomo del quotidiano, l’osservatore silenzioso delle stagioni, lo scultore che dialogava con la terra.

Tra i tanti messaggi di cordoglio, spicca quello del cantautore Giovanni Caccamo, che con il Maestro aveva stretto un legame profondo, fatto di stima e sensibilità condivisa.

In un post pubblicato sui social, Caccamo ha scritto:

Buon volo amico sognatore, cospargi il mondo di luce, ruota le sfere dell’universo in orizzonti di bellezza e pace. Non c’è tempo per la pioggia. Grazie di tutto. Giovanni".

Il cantautore Giovanni Caccamo e lo scultore Arnaldo Pomodoro 

Un addio lieve, poetico, in linea con la delicatezza con cui Pomodoro sapeva trasformare la materia in spirito.

Ora che se n’è andato, rimane il bronzo a raccontare la sua visione. Rimangono le sfere e i rilievi che hanno fatto il giro del mondo – da New York a Roma, da Seul a Milano – e che continueranno a parlare a chi sa guardare.

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