L'omicidio di Chiara Poggi
Antonio De Rensis a Quarta Repubblica
“Noi guardiamo questa indagine dal buco della serratura. Dobbiamo comprendere e farci una ragione che sono talmente bravi e talmente importanti coloro che stanno indagando, che dobbiamo per forza dar loro fiducia”. Lo ha ripetuto l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ricordando le parole del giudice Vitelli, nella puntata di Quarta Repubblica andata in onda lunedì 8 settembre, nel quale si è tornati a parlare del delitto di Garlasco.
Quando il conduttore Nicola Porro fa notare al legale che questo avrebbe potuto valere anche per le precedenti indagini, De Rensis va all'attacco. “L’indagine di Vigevano, da parte della procura, è stata una delle indagini peggiori della storia giudiziaria italiana – ha attaccato De Rensis - e il giudice Vitelli ha svolto degli approfondimenti incredibili. Uno per tutti: i consulenti di Vitelli hanno verificato, nei giorni precedenti al 13 agosto, quanto aveva lavorato Alberto, ogni quanto faceva i salvataggi, quando chiamava la madre in vacanza. E hanno verificato che l’iter era sempre uguale”.
Il conduttore Nicola Porro ha posto l’attenzione sulla pista delle più persone sulla scena del crimine. “Lo dico dalla prima giornata – ha affermato il legale - perché la dinamica non è quella di una porta che si apre e Chiara che viene colpita dopo pochi secondi. Io credo che forse qualcuno è andato per vedere se si poteva capire qualcosa e poi forse la situazione è degenerata, ma non penso sia stata uccisa pochi secondi dopo. Chiediamoci perché è entrata in campo la professoressa Cattaneo, un’altra eccellenza. Forse la bpa e gli accertamenti della professoressa Cattaneo potrebbero convergere”.
“Non necessariamente la presenza di più persone scagiona il suo assistito, rileva ancora Porro: “Noi per la giustizia italiana siamo i colpevoli, tutte le notti dormiamo in galera, uso il plurale ma purtroppo ci dorme soltanto Alberto – ha replicato De Rensis - Noi abbiamo il dovere di lavorare di fronte a una sentenza che la presidente Matone ha con grande acume criticato, perché noi abbiamo una sentenza nella quale si diceva che è un delitto di impeto. Quindi se non c’è la premeditazione l’arma dove è stata presa? In un delitto di impeto non mi porto l’arma da casa. Tanti aspetti vanno ancora analizzati”.
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