L'omicidio di Chiara Poggi
La genetista Marina Baldi a Filorosso
“La perizia del 2009? Di zone grigie ce ne sono tante”. La genetista Marina Baldi, al microfono della giornalista Laura Placenti, ha parlato del delitto di Garlasco e su una perizia, quella del 2009, che ha avuto un ruolo chiave nella condanna di Alberto Stasi. “Spesso ci sono zone grigie nelle perizie – afferma Baldi – ma in questa ce ne sono proprio tante, tanto che la vicenda giudiziaria di Stasi fu molto articolata. Leggendo la perizia ci rendiamo conto che erano tanti anni e che non c’erano situazioni di tipo tecnico incontrovertibili”.
Il sangue sui pedali fu sottoposto a test, ricorda la giornalista, ma i risultati furono incerti. Perché ambigui? “Perché la quantità di sangue è irrisoria – risponde la genetista - quindi quel profilo è sì attribuibile a Chiara, ma a bassa concentrazione. Questo dà adito a una discussione: non c’è motivo per cui ci debba essere sangue di una persona sui pedali, se non trasportato dalle scarpe e quindi questo innesca tutta una serie di ragionamenti. La quantità minima, di DNA è uno dei limiti dell’analisi e questo succede quando il DNA è talmente scarso che è di difficile rilevazione”. “Quindi è facile sbagliare?”. “Sì, si può sbagliare”.
La bici analizzata
“Che dire poi, del portasapone?”. “Il portasapone a maggior ragione – afferma Marina Baldi - visto che Alberto frequentava quella casa, quindi un’impronta è decisamente poco significativa. È chiaro che essendoci il suo sangue e l’ipotesi che l’assassino possa essersi lavato le mani, questa impronta avrebbe un’importanza maggiore, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi".
Secondo i consulenti alcune delle analisi non furono approfondite. Oggi è cambiato qualcosa, viene chiesto alla genetista? “Sono cambiate molte cose – risponde - i test sono più sensibili, le regole sono più o meno le stesse, ma le migliorie sono nettamente significative”. Alla luce dei metodi scientifici attuali una perizia come quella del 2009 sarebbe considerata ancora valida? “Per alcune cose sì, per altre no – afferma Baldi - Quindi giustamente la procura sta facendo un’attività capillare e poi si metteranno in comparazione i risultati di prima e di adesso e si cercherà di ottenere qualche informazione maggiore”.
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