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Omicidi Villa Pamphili, martedì l'interrogatorio di Francis Kaufmann. Le urla, le accuse, l'ospedale: i giorni di follia prima del carcere a Rebibbia

Sul sacco nero che avvolgeva il corpo di Anastasia, gli investigatori hanno trovato il suo dna — un indizio che rafforza l’impianto accusatorio

Giovanni Ramiri

13 Luglio 2025, 16:58

Omicidi Villa Pamphili, a rischio l'estradizione di Francis Kaufmann. Seconda autoposia sul corpo di Anastasia per stabilire le cause della morte

La coppia prima del barbaro duplice omidicio (Chi l'ha Visto?)

L’11 luglio 2025 resterà una data centrale nell’inchiesta per il duplice omicidio di Villa Pamphili: quel giorno, Armenia e Roma hanno visto Francis Kaufmann—o, come si faceva chiamare, Rexal Ford—tornare nel nostro Paese, un rientro che ha scosso per l’intensità delle sue urla, l’insolito abbigliamento e la spirale di tensione culminata al Policlinico di Tor Vergata e, infine, in una cella protetta del carcere di Rebibbia.

All’aeroporto di Ciampino, secondo cronache e video, Kaufmann sbuca con pantaloncini e ciabatte – l’immagine di un uomo proveniente dall’estate greca, o forse controllato poco più che a metà durante il tragitto in volo militare da Atene. Ma dietro quell’aspetto dimesso si nasconde una tensione esplosiva: durante il viaggio ha iniziato a urlare accuse contro gli agenti, sostenendo di essere stato picchiato sia in Grecia che durante il trasporto, e denunciando presunti abusi. "Denuncio tutti, avrebbe detto"

Una volta sceso, si è rifiutato di procedere verso l’automobile della polizia, affermando di stare male: è stato quindi trasportato al Policlinico di Tor Vergata. I medici lo hanno visitato per oltre due ore senza riscontrare alcun problema evidente e lo hanno rimandato verso un’altra “destinazione” assai meno rassicurante: il carcere di Rebibbia.

Dopo l’atterraggio, Kaufmann accusa dolori, ma le analisi lo escludono da qualsiasi patologia. Non resta che il trasferimento nel reparto protetto di Rebibbia, previsto per soggetti vulnerabili o con problemi psichiatrici. Qui sarà seguito da uno psicologo e attenderà l’interrogatorio di garanzia, fissato entro cinque giorni, per decidere come difendersi dagli addebiti di duplice omicidio — di Anastasia Trofimova, 28 anni, e della figlia Andromeda, di appena 11 mesi, trovate morte il 7 giugno a Villa Pamphili.

Non è la prima volta che emergono segnali di aggressività. Mentre era detenuto in Grecia, all’interno della cella aveva distrutto oggetti e urlato contro il personale penitenziario, soprattutto dopo aver saputo dell’imminente estradizione. Un comportamento visto anche sul volo: urla, tensione, accuse di abuso. Un uomo sospettato di un delitto orrendo che, al ritorno, rende evidente la propria riluttanza a subire l’intervento delle forze dell’ordine.

Sul sacco nero che avvolgeva il corpo di Anastasia, gli investigatori hanno trovato il suo dna — un indizio che rafforza l’impianto accusatorio. Nei prossimi giorni, verrà prelevato un campione biologico anche all’uomo per confermare il legame genetico e cercare conferme sul delitto.

L’interrogatorio di garanzia, previsto martedì, sarà il momento in cui Kaufmann potrà scegliere se collaborare o replicare con accuse, presunti complotti o nuovi ostacoli. È atteso con grande attenzione, non solo per le sue parole ma per la strategia difensiva—specie dopo le sue dichiarazioni in Grecia, dove si era avvalso della facoltà di non rispondere.

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