La coppia prima del barbaro duplice omidicio (Chi l'ha Visto?)
L’11 luglio 2025 resterà una data centrale nell’inchiesta per il duplice omicidio di Villa Pamphili: quel giorno, Armenia e Roma hanno visto Francis Kaufmann—o, come si faceva chiamare, Rexal Ford—tornare nel nostro Paese, un rientro che ha scosso per l’intensità delle sue urla, l’insolito abbigliamento e la spirale di tensione culminata al Policlinico di Tor Vergata e, infine, in una cella protetta del carcere di Rebibbia.
All’aeroporto di Ciampino, secondo cronache e video, Kaufmann sbuca con pantaloncini e ciabatte – l’immagine di un uomo proveniente dall’estate greca, o forse controllato poco più che a metà durante il tragitto in volo militare da Atene. Ma dietro quell’aspetto dimesso si nasconde una tensione esplosiva: durante il viaggio ha iniziato a urlare accuse contro gli agenti, sostenendo di essere stato picchiato sia in Grecia che durante il trasporto, e denunciando presunti abusi. "Denuncio tutti, avrebbe detto"
Una volta sceso, si è rifiutato di procedere verso l’automobile della polizia, affermando di stare male: è stato quindi trasportato al Policlinico di Tor Vergata. I medici lo hanno visitato per oltre due ore senza riscontrare alcun problema evidente e lo hanno rimandato verso un’altra “destinazione” assai meno rassicurante: il carcere di Rebibbia.
Dopo l’atterraggio, Kaufmann accusa dolori, ma le analisi lo escludono da qualsiasi patologia. Non resta che il trasferimento nel reparto protetto di Rebibbia, previsto per soggetti vulnerabili o con problemi psichiatrici. Qui sarà seguito da uno psicologo e attenderà l’interrogatorio di garanzia, fissato entro cinque giorni, per decidere come difendersi dagli addebiti di duplice omicidio — di Anastasia Trofimova, 28 anni, e della figlia Andromeda, di appena 11 mesi, trovate morte il 7 giugno a Villa Pamphili.
Non è la prima volta che emergono segnali di aggressività. Mentre era detenuto in Grecia, all’interno della cella aveva distrutto oggetti e urlato contro il personale penitenziario, soprattutto dopo aver saputo dell’imminente estradizione. Un comportamento visto anche sul volo: urla, tensione, accuse di abuso. Un uomo sospettato di un delitto orrendo che, al ritorno, rende evidente la propria riluttanza a subire l’intervento delle forze dell’ordine.
Sul sacco nero che avvolgeva il corpo di Anastasia, gli investigatori hanno trovato il suo dna — un indizio che rafforza l’impianto accusatorio. Nei prossimi giorni, verrà prelevato un campione biologico anche all’uomo per confermare il legame genetico e cercare conferme sul delitto.
L’interrogatorio di garanzia, previsto martedì, sarà il momento in cui Kaufmann potrà scegliere se collaborare o replicare con accuse, presunti complotti o nuovi ostacoli. È atteso con grande attenzione, non solo per le sue parole ma per la strategia difensiva—specie dopo le sue dichiarazioni in Grecia, dove si era avvalso della facoltà di non rispondere.
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