L'omicidio di Chiara Poggi
Andrea Sempio
Nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, emergono nuovi elementi che potrebbero riaprire la vicenda. La Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio, amico di infanzia del fratello della vittima, un’impronta palmare — la cosiddetta “traccia 33” — rinvenuta sul muro della scala che porta alla cantina, accanto al punto esatto in cui fu ritrovato il corpo di Chiara. L’impronta, rilevata già durante i primi sopralluoghi, era rimasta senza identificazione certa per quasi diciotto anni.
Una nuova consulenza dattiloscopica, disposta dalla procura, ha individuato almeno quindici punti di compatibilità con la mano sinistra di Sempio, ritenuti sufficienti per l’attribuzione.
Sempio, oggi indagato per concorso in omicidio, ha scelto di non presentarsi davanti ai magistrati, contestando le modalità di notifica dell’avviso di garanzia ricevuto nel marzo scorso. La sua difesa sostiene che quell’impronta non prova nulla, e potrebbe risalire a un’epoca precedente al delitto, quando frequentava regolarmente la casa dei Poggi per motivi del tutto innocui: giochi da bambini, visite familiari, piccole commissioni. Tuttavia, la posizione della traccia — accanto al corpo, su una parete interna — e la sua potenziale collocazione temporale sollevano dubbi più profondi.
Accanto agli sviluppi scientifici, la procura sta ora puntando anche sulla dimensione digitale: intende inoltrare una rogatoria internazionale a Meta per ottenere i post pubblicati da Sempio su Facebook nei giorni attorno al 13 agosto 2007. I magistrati vogliono verificare l’autenticità e la tempistica di quei contenuti per capire se possano confermare, contraddire o integrare gli elementi raccolti finora. In particolare, sono interessati a post che potrebbero essere stati pubblicati nelle ore del delitto, e che forse servivano a costruire un alibi.
Parallelamente, è stata chiesta anche una nuova valutazione delle tracce biologiche rinvenute sotto le unghie di Chiara, che non furono riconducibili ad Alberto Stasi e che ora potrebbero essere confrontate con il profilo genetico di Sempio. Stasi, unico condannato per l’omicidio con sentenza definitiva a sedici anni di carcere, è stato recentemente ascoltato come testimone. I suoi legali, pur mantenendo cautela, vedono nella nuova perizia e nelle iniziative della procura elementi potenzialmente utili per avviare un processo di revisione.
Il punto centrale resta la collocazione temporale dell’impronta: è legata al giorno del delitto o a un periodo precedente?
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy