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L'intervista

Delitto di Garlasco, Alessia Villani sull'amica Stefania Cappa: "Mi disse di aver visto Chiara Poggi alle 11 il giorno in cui fu uccisa". L'orario che può cambiare tutto

La Cassazione ha definito che Chiara è stata uccisa intorno alle 9:12 e le 9:36. Può crollare l'impianto accusatorio su Stasi?

Giovanni Ramiri

01 Luglio 2025, 18:38

Delitto di Garlasco, Alessia Villani sull'amica Stefania Cappa: "Mi disse di aver visto Chiara Poggi alle 11 il giorno in cui fu uccisa". L'orario che può cambiare tutto

Alessia Villani a Quarta Repubblica

A quasi 18 anni dal tragico delitto di Chiara Poggi, il dettaglio di un orario, apparentemente marginale, sta facendo notizia. Alessia Villani, amica d'infanzia di Stefania Cappa (cugina della vittima), ha dichiarato che la sera del 13 agosto 2007, durante una telefonata successiva al primo interrogatorio di Cappa, si sentì dire: “l’ultima volta ho visto Chiara alle 11”. Questa frase – emersa nel nascondiglio di un articolo de L’Unità del 22 agosto 2007 – è tornata a galla ieri nella trasmissione Quarta Repubblica e rilanciata oggi da TGCOM24, Il Tempo e Il Sussidiario.

Villani è categorica: quell’orario le è rimasto impresso, e lo ha riconosciuto dopo aver rivisto la sua stessa intervista "anonima" all’epoca dei fatti. Eppure, da subito si è morsa la lingua: "non sono mai stata contattata da nessuno" – ha aggiunto – “perché loro hanno i tabulati”

Perché sarebbe un dettaglio cruciale: la Cassazione, infatti, ha definito che Chiara è stata uccisa intorno alle 9:12 e le 9:36. Se davvero fosse stata vista viva alle 11, significherebbe che quell’ora di morte non regge; che l’azione si sarebbe consumata più tardi, stravolgendo cronologie, alibi e – per alcuni – forse anche il quadro accusatorio nei confronti di Alberto Stasi.

Non bastano, però, le parole: i dati tecnici rispondono con freddezza. Tabulati e celle registrano Stefania Cappa a casa alle 11:19, in pieno uso del telefono, seguiti da uno spostamento verso la piscina mantiene, scenario incompatibile con la presenza presso la villetta dei Poggi in quel momento. Sono autoriferimenti che sembrano mettere in dubbio il ricordo dell’amica.

Villani sembra non voler alimentare sospetti: definisce quella frase come “genuina”, non accusatoria, ma ha ammesso che adesso – rileggendo le cronache – “stona”. È un sussurro che attraversa un abisso tra memoria personale e verità giudiziaria, e mette in luce una zona d’ombra irrisolta.

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