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Il cielo del Parco della Maremma è una “riserva di buio”: dalla spiaggia di Collelungo si vede la Via Lattea

Il risultato di un monitoraggio realizzato dall’Istituto per la BioEconomia del Cnr a cura di Luciano Massetti

Roberto Bata

23 Dicembre 2025, 13:09

Il cielo del Parco della Maremma è una “riserva di buio”: dalla spiaggia di Collelungo si vede la Via Lattea

(Foto di Stefano Picciau)

Il cielo del Parco regionale della Maremma può essere considerato una “riserva di buio”. E La spiaggia di Collelungo è un punto ideale per vedere la Via Lattea. È il dato che emerge dal Monitoraggio della qualità del cielo, realizzato dall’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche e curato da Luciano Massetti, tra il 2022 e il 2025. Il monitoraggio, che rientra nel progetto di “Analisi della vegetazione dei sistemi dunali costieri presenti nel Parco della Maremma in relazione alle caratteristiche ambientali e alle condizioni climatiche” coordinato dall’Università degli Studi di Pisa, si è concentrato sulla spiaggia di Collelungo, uno dei punti più isolati e bui del Parco.
“Il cielo notturno – spiega Simone Rusci, presidente del Parco regionale della Maremma – viene considerato non solo come elemento scientifico e ambientale, ma anche come risorsa culturale, paesaggistica e turistica, in linea con i criteri promossi da Dark Sky International che definiscono, appunto le ‘riserve di buio’. Lo studio si è concentrato nell’area retrodunale della spiaggia di Collelungo, in una zona relativa schermata dai monti dell’Uccellina, che risente, in misura variabile dell’illuminazione proveniente da Alberese, Grosseto, Marina di Grosseto, Principina a Mare e Porto Santo Stefano”.
Lo studio si inserisce in contesto di monitoraggio dell’inquinamento luminoso, che è l’alterazione della luce naturale dovuta a sorgenti antropiche. Un elemento che, in Italia, impedisce all’80% della popolazione di vede la Via Lattea. Con l’indagine condotta sulla spiaggia di Collelungo si è misurata la brillanza del fondo del cielo visto dall’arenile, tenendo conto anche di come il livello di buio cambia in relazione alle stagioni, ai cicli lunari e alle condizioni meteorologiche. “Il monitoraggio – prosegue Rusci – fornisce anche dati utili per pianificare l’illuminazione e la valorizzazione del Parco come attrattiva per l’astroturismo, identificando alcune aree della zona tutelata, come punti ideali per l’osservazione del cielo”. Il sito di Collelungo, in condizioni ottimali, ovvero in assenza di luna e con il cielo sereno, raggiunge una brillanza di 21.2 mpsas (magnitudo per arcosecondo quadrato) e in questo contesto è facile poter godere della vista della Via Lattea. L’estate è la stagione più buia, mentre l’inverno è più luminoso del 90% a causa dell’instabilità atmosferica e della nuvolosità che riflette le luci artificiali. Circa il 48% delle ore notturne annuali presenta condizioni di cielo sereno, ideali per l'osservazione astronomica. Tra quelle analizzate la zona della Torre di Collelungo è la più buia, mentre l’inquinamento luminoso aumenta progressivamente verso la foce dell’Ombrone e il centro abitato di Alberese.
“Il Parco della Maremma – conclude Rusci – si qualifica dunque come un’importante isola di conservazione del buio e questo elemento rafforza la necessità di gestire alcune aree del territorio come zone protette, preservando le caratteristiche naturali.  La ricerca proseguirà anche nei prossimi mesi, quando, attraverso l’impiego di nuovi prototipo si cercherà di misurare anche la nuvolosità notturna e l'estensione del monitoraggio alla parte meridionale del Parco”.
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