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NATURA

Birdwatching in Maremma: due specie rare catturano l’attenzione degli esperti

Volatili in pericolo e non migratrici trovano rifugio ad Alberese

Carolina  Brugi

27 Novembre 2025, 11:32

La moretta codona (foto di Riccardo Sirna)

La moretta codona (foto di Riccardo Sirna)

In questi giorni d’autunno, il Parco della Maremma, a Alberese, è diventato meta ambita per birdwatcher e fotografi naturalisti provenienti da tutta Italia. Il motivo? La presenza di due specie rare che hanno scelto quest’area protetta come loro dimora invernale: il nibbio bianco (Elanus caeruleus) e la moretta codona (Clangula hyemalis).

“Sono due specie molto diverse tra loro”, spiega Francesco Pezzo, zoologo e consigliere del Parco. “Il nibbio bianco è un piccolo rapace dal piumaggio chiaro e da caratteristici occhi rossi. Si nutre di piccoli mammiferi e rettili, che caccia nelle campagne ed è tipico delle zone semidesertiche dell’Africa sub-sahariana, ma è presente anche in Spagna, Portogallo e nella Francia meridionale. Non è una specie in pericolo ma è rara, con una popolazione inferiore alle 4mila coppie”. Pezzo sottolinea che il nibbio bianco non è un uccello migratore in senso stretto, ma che “dal 2019 le osservazioni in Italia sono aumentate – aggiunge Pezzo – e l’esemplare di Rispescia dovrebbe essere la sesta osservazione toscana in assoluto”.

Il nibbio bianco (foto di Riccardo Sirna)

Molto diversa è la storia della moretta codona. “Si tratta di un’anatra marina che ha gravissimi problemi di conservazione – spiega Pezzo – ed è classificata come ‘vulnerabile’ dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. La moretta codona è specie artica, che nidifica nel profondo nord, nella tundra russa, e che in inverno migra arrivando alle nostre latitudini in piccolissimi numeri. La sua presenza a Bocca d’Ombrone non era, prima d’ora, mai stata registrata. Essendo un’anatra tuffatrice, in grado di immergersi per molti metri, potrebbe aver trovato qui dei fondali ideali, per la presenza di molluschi e crostacei, che sono elementi importanti della sua dieta”.

Secondo il presidente del Parco della Maremma, Simone Rusci, “sicuramente la Maremma continua a mostrare, ancora e nonostante tutto, un alto grado di naturalità”.

Gli uccelli, come le farfalle, sono tra i migliori indicatori della qualità dell’ambiente. “Insieme alle farfalle, gli uccelli sono i migliori organismi indicatori della qualità dell’ambiente e, infatti, sono tra i primi a sparire quando gli habitat si degradano e i primi a tornare quando si ricreano le condizioni ambientali idonee”, spiega Pezzo. E il ritorno del nibbio bianco conferma anche l’importanza delle aree protette: “Negli anni scorsi il nibbio bianco aveva soggiornato nel 2020 all’oasi Wwf del lago di Burano e nel 2021 alla Diaccia Botrona. Queste aree sono le uniche che, oltre alla naturalità, garantiscono la pace e la tranquillità di cui queste specie hanno bisogno”.

Al di fuori delle zone tutelate, le condizioni per la sopravvivenza di queste specie sono ormai limitate, a causa della caccia e di altri fattori di disturbo. “Ed è forse proprio questa la ragione – sottolinea il presidente Rusci – per cui queste specie sono relegate nelle aree tutelate. Tra i molteplici fattori di disturbo che possiamo evidenziare, ci sono anche attività come la fotografia naturalistica e, per questo, all’interno del Parco cerchiamo di regolamentare con cura queste attività, perché anche tra i fotografi ci sono i professionisti e le persone troppo appassionate che rischiano, pur di scattare una foto, di avere comportamenti dannosi per gli animali”.

La presenza del nibbio bianco rappresenta anche un segnale importante per i progetti futuri del Parco. “Il nibbio bianco sta stazionando nell’area delle golene dell’Ombrone, sia dentro il Parco che nell’area contigua: proprio la zona dove è prevista l’espansione dell’area protetta”, conclude Rusci. “È una conferma che la richiesta di ampliare i confini del Parco è lungimirante e che bisogna far presto, soprattutto per evitare gli esiti dannosi del taglio della vegetazione ripariale, in particolare dei grandi alberi, che sono l’habitat di molte specie. Non dobbiamo dimenticare infatti che oltre alle specie rare che vengono da lontano, come il nibbio bruno, che utilizza per nidificare proprio i grandi pioppi sul fiume”.

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