La Provincia di Grosseto esprimerà "parere contrario al progetto del nuovo impianto eolico che prevede la realizzazione di 10 torri alte fino a 200 metri, distribuite lungo una fascia territoriale di circa 14 chilometri, dal Pingrossino alla valle del Bruna, all’altezza di Montepescali". "Un impianto che, sebbene destinato a produrre una quantità significativa di energia elettrica – osservano da Palazzo Aldobrandeschi –, avrebbe un impatto pesantissimo sul paesaggio maremmano, un territorio unico per storia e identità".
"Le aree interessate – spiegano dalla Provincia – coincidono infatti con la pianura delle bonifiche leopoldine e con i paesaggi agricoli modellati dall’Ente Maremma, oltre che con i borghi storici della valle del Bruna come Montepescali, Buriano, Giuncarico e Vetulonia, luoghi che rappresentano un patrimonio di valore culturale, ambientale ed economico. L’inserimento di megastrutture industriali in questo contesto cancellerebbe la percezione di continuità tra la città etrusca e il suo territorio, compromettendo uno degli elementi più qualificanti della fruizione culturale della Maremma. A ciò si aggiunge il rischio di danni indiretti al turismo e all’economia locale, fondate sulla qualità ambientale, sul turismo rurale, sugli agriturismi e sulla filiera enogastronomica. La Maremma non può essere ridotta a terreno di conquista per la speculazione. La transizione energetica è necessaria, ma deve essere giusta, regolata e rispettosa del territorio".
"L’assenza del nuovo decreto ministeriale sulle aree idonee e non idonee alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili sta generando un vuoto normativo inaccettabile. Un vuoto che sta favorendo la corsa agli incentivi e la proliferazione di progetti calati dall’alto, spesso portati avanti da soggetti improvvisati e senza legami con i territori, con il solo obiettivo del profitto immediato. Non si tratta essere contro la transizione energetica – precisano – ma di pretendere regole, pianificazione e partecipazione. Oggi, invece, il rischio è quello di un vero e proprio far west energetico, dove chi arriva per primo installa impianti senza un disegno complessivo, senza tener conto della coerenza paesaggistica, degli impatti ambientali, della vocazione agricola e turistica. I numericonfermano la pressione crescente: nella sola provincia di Grosseto risultano attivi procedimenti per oltre 2.100 MW di nuovi impianti da fonti rinnovabili (tra fotovoltaico ed eolico), con oltre 2.300 ettari di superficie potenzialmente interessata".
"La priorità – concludono da Palazzo Aldobrandeschi – è che il Governo approvi finalmente il decreto che definisca in modo chiaro le aree idonee, restituendo alle Regioni e agli enti locali il potere di pianificare. Solo così sarà possibile proteggere i paesaggi, l’agricoltura e l’identità culturale di territori come la Maremma, conciliando energia pulita e tutela ambientale. La transizione energetica deve essere una scelta di civiltà, non di speculazione. Per questo servono regole, trasparenza e partecipazione. Solo così potrà essere davvero sostenibile, per l’ambiente e per le persone".
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